domenica 31 ottobre 2010

domenica

Ieri era sabato e non ho scritto nulla. Oggi e' domenica e avrei un sacco di cose da scrivere, per esempio potrei scrivere che domani nonostante sia lunedi' e' festa. Ieri ho conosciuto una che mi ha detto che era contenta che ci sarebbero stati due giorni di vacanza anche se il giorno di vacanza e' solo uno. Non gliel'ho detto ma a un certo punto le ho chiesto, Come va? Lei mi ha risposto, Indifferente. Non ho capito la risposta ma ho subito pensato che ci sarebbero stati due giorni di vacanza.

sabato 30 ottobre 2010

sabato

Oggi è sabato e non scrivo niente.

venerdì 29 ottobre 2010

domande

Ieri ero nel bar che si chiama 'Il bar' e c'era una signora che mi ha chiesto, Mi dai per favore una sigaretta? Sì, le ho risposto. Poi mi ha chiesto, Mi dai anche da accendere? Sì, le ho risposto. Poi mi ha chiesto, E' dura la vita? Sì, le ho risposto. Poi mi ha chiesto, E' difficile trovare lavoro? Sì, le ho risposto. Poi mi ha chiesto, Fa male arrabbiarsi? Non lo so le ho risposto, ma penso che bene non faccia. Poi la signora è uscita dal bar per fumare la sigaretta.

giovedì 28 ottobre 2010

non piove

Oggi non piove. Devo dirlo alla signora del bar che si si chiama 'Il bar'. Dopo che mi ha detto che se a Roma piove in ottobre poi piove fino a primavera mi sono intristito in un modo che la signora si è preoccupata.

mercoledì 27 ottobre 2010

piove

Ieri, percorrendo l'Italia verso nord in treno mi sono reso conto che piove ovunque: tutto il tratto Roma Udine è sotto la pioggia. Se a Roma, come mi ha detto la signora del bar che si chiama 'Il bar', piove da ottobre a primavera forse anche da Roma a Udine pioverà da ottobre a primavera.

lunedì 25 ottobre 2010

piove

Oggi a Roma piove e mi hanno detto che quando a Roma inizia a piovere non smette mai, soprattutto quando inizia a piovere in ottobre poi non c'è pace fino alla prossima primavera. Se piove fino a primavera è un bel casino, ho pensato quando la signora del bar che si chiama 'Il bar' mi ha detto questa cosa.

domenica 24 ottobre 2010

cose da fare

Quando la mattina mi sveglio ho sempre un sacco di cose da fare: andare in bagno, andare in cucina, prendere il caffè, prendere la moka, prendere l'accendino per accendere il gas, preparare il caffè, prendere il latte dal frigo, mettere il latte nel pentolino e accendere lo stesso gas utilizzato per il caffè con lo stesso accendino, prendere i biscotti dalla credenza, prendere una tazza e riempirla di caffè e latte, bere il caffèlatte mangiando i biscotti. Dopo devo mettere la tazza nell'acquaio, riporre il latte in frigo e i biscotti nella credenza. 
Il barattolo del caffè di solito lo lascio sopra al tavolo, lo metto al suo posto quando ritorno la sera così ho qualcosa da fare.

sabato 23 ottobre 2010

fretta

Ehi, Woyzeck, dove vai così di fretta? Fermati, Woyzeck, corri per il mondo come la lama di un rasoio, c'è da tagliarsi a sfiorarti; corri come se dovessi radere un reggimento di cosacchi in un quarto d'ora o finire impiccato all'ultimo pelo rimasto. - Ma, a proposito di barbe lunghe, cosa...volevo dire? Woyzech...le barbe lunghe...
Buchner, Woyzeck, Garzanti, 1999

venerdì 22 ottobre 2010

La fiat

Dovevo avvitare i bulloni alla marmitta nove bulloni. Dovevo stare otto ore con la pistola in braccio il motore mi passava davanti avvitavo poi andava via. Un altro metteva la marmitta e infilava i bulloni io li avvitavo solo. Era abbastanza facile ma dovevo stare otto ore con la pistola in braccio o su una spalla una pistola a aria che pesa quattordici chili. Poi a me i lavori che devo usare una mano sola o un solo braccio che non li devo usare tutti e due insieme non mi piacciono. Perché mi fanno una spalla piú grossa e un'altra piú piccola. Diventi storto con una spalla in un modo e una in un altro un muscolo piú grosso e un altro piú piccolo. Ti deformi veramente. Mentre se fai dei movimenti come la ginnastica dove muovi tutte due le parti allo stesso modo questo non mi dà fastidio. Questa ginnastica qua invece mi faceva incazzare. Mi mettevo il motore sulla spalla e poi il rumore totototototo to to to non ne potevo piú. 
Nanni Balestrini, Vogliamo tutto, Feltrinelli,1971

giovedì 21 ottobre 2010

signore e signori II

Ieri sera sono andato al bar che si chiama  'Il bar' e la donna dietro al bancone non mi ha chiesto come al solito, Cosa prende il signore? E quando sono uscito non mi ha detto, Grazie Signore, arrivederci signore. Ieri sera al bar che si chiama 'Il bar' la signora mi ha detto, Ciao caro, cosa prendi caro? E quando sono uscito mi ha detto, Grazie caro, Arrivederci caro.
Non sono più un signore, sono caro.

mercoledì 20 ottobre 2010

finestra

Conrad non riusciva a far capire alla moglie che mentre guardava fuori dalla finestra stava lavorando. Nemmeno io riesco a spiegare al mio capo che mentre guardo fuori dalla finestra sto lavorando.

martedì 19 ottobre 2010

è colpa mia

E' colpa mia
se siamo diventati indifferenti
più poveri più tristi
e meno intelligenti
è colpa mia 

che non mi curo delle tue speranze
forse perché delle idee
non so più che farne
è colpa mia
non ci avevo mai pensato
è colpa mia
non presto mai troppa attenzione
è colpa mia
perché non prendo posizione
è colpa mia
mi crolla il mondo addosso
se ci penso
non me ne frega niente
è colpa mia
ho aperto gli occhi all'improvviso
e ho visto te
e nessuna spiegazione
soltanto quando è troppo tardi
ti ricordi ch'è tutto vero [...]


Il teatro degli orrori

lunedì 18 ottobre 2010

se gli uomini

Se gli uomini avessero sempre da fare
sarebbe meglio
perché avrebbero meno tempo
per soffrire,
se ci fosse molta socialità
feste e canti, riti
molta natura, non quelle discoteche oscene
non quelle città schifose,
molta religione, più musica,
più fanciulle che danzano battendo i piedi
o cantando su barche scendendo i fiumi,
molto camminare nei boschi, molto studio e amore,
non quella televisione da lupanare, con facce da assassini,
molta arte, molta cortesia e gentilezza,
buone maniere, educazione, studio,
meno intellettuali ignoranti,
e quei vip, con quelle facce da maiali
che si rotolano nella loro merda,
più umiltà, molta più umiltà, e rispetto,
se ci fosse più silenzio, più feste
più lavorare insieme, tranquilli,
contenti di lavorare insieme, cantando.

Claudio Damiani

domenica 17 ottobre 2010

domenica

La domenica il bar che si chiama 'Il Bar' è chiuso.

sabato 16 ottobre 2010

uscire, atto secondo

Usciamo? 
 E dove andiamo?
Fuori, facciamo un giro, vediamo che succede.
Perchè dovremmo uscire? Sto tanto bene qui, a te non piace stare in questa stanza? 
Si, mi piace stare qui, ma forse potremmo uscire a vedere qualcosa.
Ma se non sappiamo nemmeno che c’è là fuori, io non capisco la ragione, non capisco perchè dopo tanto tempo ti viene in mente di uscire. Ti manca forse qualcosa qui dentro? 
No, non è questo, più che altro mi è venuta una curiosità.
Una curiosità? E che vorrebbe dire una curiosità? E se poi ci succede qualcosa là fuori? Non sai che ti può capitare se esci. 
Forse hai ragione, non c’è ragione per uscire. Stiamo qui è più sicuro.
Ecco, meglio così, stiamo qui, è più sicuro.

venerdì 15 ottobre 2010

passi

In tutti questi anni, nel corso di tutti gli spostamenti da me effettuati, da casa al tabaccaio (791p), da casa al municipio (930p), da casa al negozio di generi alimentari (1851p) eccetera, il computo del numero dei passi, sempre scrupolosamente contati e successivamente annotati in un apposito taccuino che ho sempre con me, durante il viaggio di andata poi durante il viaggio di ritorno, non è mai tornato.

Vitaliano Trevisan, I quindicimila passi, Einaudi, 2002

giovedì 14 ottobre 2010

uscire

Quando esco non so chi incontro e spero di non incontrare nessuno. Spesso, quando esco sto molto attento a non mettermi in situazioni che presuppongano l'interazione con altri esseri umani. Vagare da solo per città, questo è l'obiettivo principale delle mie uscite. Per questo continuo a frequentare i cimiteri d'estate oppure i parchi d'inverno e continuo a camminare di notte senza fare a caso alle stagioni, di notte a piedi in giro non c'è quasi mai nessuno.

mercoledì 13 ottobre 2010

signore e signori

Ieri sono entrato al bar che si chiama “Il bar” e la signora dietro al bancone ha detto, Cosa prende il signore? Mi sono girato ma non ho visto nessuno e quindi ho subito capito che ero io il signore. Le ho risposto, Un caffè grazie. Un caffè per il signore ha urlato al ragazzo che lavora nel bar che si chiama “Il bar”. Poi la signora mi ha detto, Desidera qualcos'altro il signore? No grazie, ho risposto. Ho pagato e la signora e anche il ragazzo mi hanno detto Grazie signore, arrivederci signore. Da quando sono a Roma sono un signore.

martedì 12 ottobre 2010

cattolici e comunisti

Avete mai fatto caso al fatto che oggi, in Italia, è pieno di gente che quarant'anni fa era atea e comunista adesso sono diventati cattolici?
Io, non lo so, se trovassi qualcuno che quarant'anni fa era cattolico e adesso è ateo e comunista, sarei curioso di andarci a cena insieme, con uno così, invece non esco mai di casa, praticamente.
Paolo Nori, Mi compro una Gilera, Feltrinelli, 2008

lunedì 11 ottobre 2010

tempo

Dopo tre giorni passati a fare nulla in casa, decido che è ora giunta l'ora di uscire. Anche se non è male stare chiusi in casa, penso mentre fisso la gatta Vanessa e la gatta Vanessa fissa me, a volte è necessario fare qualcosa. Tutti sentono la necessità di non oziare, di non perdere tempo. Non ho mai capito che cosa significhi perdere tempo, non ho mai capito in che modo il tempo si perde, anche perché il contrario di perdere tempo è trovare tempo, e io non ho nessun bisogno di trovare tempo, non sento mai di perdere tempo, sento solo che impiego il tempo in un modo che la grande maggioranza delle persone non capisce, non coglie, e considera il mio impiego del tempo una perdita.

domenica 10 ottobre 2010

Anna Achmatova

Vago per l'onde e mi nascondo nel bosco,
Appaio sopra un limpido smalto,
Non sopporterò, certo, male il distacco,
Ma un incontro con te – non credo.

Anna Achmatova, Poema senza eroe, Einaudi, 1966

sabato 9 ottobre 2010

bar

Ieri sono andato in un bar che si chiama “Il bar” e che aveva l'aspetto di un bar e c'erano molte persone che di solito si trovano nei bar. Penso che ci tornerò presto.

venerdì 8 ottobre 2010

bici

Roma non è una città adatta alle bici. A Roma se giri in bici  ti ammazzano, Roma è tutta  in salita e in discesa. Roma è a dimensione di motorino. Con la bicicletta non si fa nulla.
Tre giorni fa mi sono comprato una bici.
Ieri sono andato al Pigneto, ho fatto via Nazionale, via Giolitti, piazza di Porta Maggiore, via Casilina e via del Pigneto. Al ritorno ho fatto via Casilina, piazza di Porta Maggiore, via Giolitti e via Nazionale. L'altro ieri sono andato a Piramide, poi viale Persichetti, via Marmorata, via Vanvitelli. Oggi sono stato a villa borghese, poi viale delle Belle Arti, via di Valle Giulia, via Flaminia, piazza del Popolo, poi ero un po' stanco e mi sono fermato per bere dell'acqua. Delle cose si fanno in bici.

pescare

Strana cosa la pesca. L'unico aspetto davvero positivo è che per pescare bisogna stare in solitudine e in silenzio, per il resto è una palla mortale e una sofferenza. Come fanno i pescatori a stare per molte ore sotto al sole ad aspettare che uno stupido pesce abbocchi all'amo?
Guardavo Glauco e guardavo gli altri pescatori, tutti uomini, tutti a torso nudo, tutti con il cappello in testa, tutto con la canna in mano, tutti concentrati, tutti in silenzio, tutti a una certa distanza gli uni dagli altri.
Glauco ha preso sette trote, secondo lui grazie alle esche vive, gli altri pescatori in effetti prendevano molto meno ed erano di certo molto invidiosi.
Per fortuna il laghetto a una certa ora chiude e i pescatori devono andarsene e con loro gli accompagnatori.

giovedì 7 ottobre 2010

I phone

L'altro giovedì al centro commerciale c'era una coda infinita di fronte al negozio di telefoni, che cazzo ci fanno tutte queste persone di fronte al negozio di telefoni?, mi sono chiesto mentre ordinavo un caffè al bar. Bevo il caffè, pago novanta centesimi di euro, mi avvicino a una signora un po' grassa ma con la faccia simpatica, le chiedo, scusa ma perché siete tutti qui in fila? Oggi è il primo giorno in cui vendono l'I Phone mille, mi dice con un grande sorriso. Ah, ecco, dico. Cazzo, nessuno mi ha detto che oggi si poteva comprare l'I phone mille, penso, anche se non so che cosa sia l'I phone mille, ma posso chiederlo alla signora grassa ma con la faccia simpatica. Scusa, chiedo alla signora grassa ma simpatica, cos'è l'I phone mille? È un accessorio che non può mancare, è una cosa eccezionale, è un prodotto all'avanguardia, è un oggetto imperdibile, è il futuro. Cavolo, ho pensato mentre guardavo la signora, anch'io ho bisogno di questo I phone mille.

ancora mattino

Al  mattino mi arrivano varie telefonate che mi offrono fantastiche occasioni per risparmiare. Risparmiare è l'obiettivo di tutti mi dicono al telefono quando gli faccio notare che le loro offerte non mi interessano. Non mi interessa cambiare compagnia del telefono gli dico, non mi interessa cambiare compagnia dell'energia elettrica, non mi interessa cambiare compagnia del gas, non mi interessa andare allo spettacolo teatrale il cui incasso sarà devoluto per i bambini del villaggio in Africa dove non hanno nemmeno i soldi per le matite, non mi interessa comprare olio vino formaggi scarpe materassi scatolette di tonno cibo per gatti libri mobili prodotti per la casa. Non me ne frega nulla di nulla, urlo dopo cinque minuti di monologo in cui mi vengono elencate le fantastiche caratteristiche del prodotto che mi farà risparmiare.

mercoledì 6 ottobre 2010

rivoluzioni

La rivoluzione deve cominciare da ben più lontano, deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere nuovi bisogni, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Luciano Bianciardi, La vita agra, Bompiani, 2001

martedì 5 ottobre 2010

una sera

Un paio di mesi fa il mio amico Luca mi ha detto Esci che andiamo alla sagra dell'estate in un posto qui vicino. Vengo solo se ci sono le giostre, ho detto a Luca. Lui mi ha risposto, quasi seccato, che non me l'avrebbe nemmeno chiesto di uscire se non c'erano le giostre, che una sagra senza le giostre non è nemmeno una sagra, che l'unica ragione per andare alle sagre è quella di fare un giro in tagadà, sugli autoscontri, sui dischi volanti, anche se la sua attrazione preferita rimangono le gabbie. Non capisce più nulla quando vede le gabbie e rompe le palle a tutti perché le gabbie sono la miglior giostra che ci sia in questa terra, che chi ha inventato le gabbie è un genio e alla fine spende un sacco di soldi per farsi i giri sulle gabbie.
Vorrei fare il postino

mattino

Quando in autostrada vedo i camion che trasportano animali penso: che vita di merda. Quando la mattina vedo le gente accatastata nella metropolitana di Roma penso: che vita di merda.

lunedì 4 ottobre 2010

Lunario del paradiso

Io sono un malinconico nato, ve lo dico subito. Ho la malinconia che mi gorgoglia in basso, viene su dalla pancia, fa il giro delle budelle, poi si piazza nello stomaco e diventa magone. E col magone non sto più fermo, mi alzo, mi siedo, mi muovo, fumo come una ciminiera, tutto mi sta sui coglioni.
Gianni Celati, Lunario del paradiso, Feltrinelli, 1996

secondo

Il mio amico Riccardo ha detto che scherzava quando mi diceva di apire un blog. Ormai l'ho fatto.

primo

Un giorno un mio amico che si chiama Riccardo e che non ha un blog mi ha detto, perché non apri un blog? Gli ho risposto, perché dovrei aprire un blog?, e lui mi ha detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda e così ho aperto un blog.