giovedì 28 giugno 2012
i giornali
I giornali, i telegiornali, i radiogiornali, i settimanali, i mensili, le donne e gli uomini al mercato, nei bar, negli uffici, tutti parlano solo di questo maledetto caldo che ci dovrebbe impedire di fare qualsiasi cosa. E poi i danni all'agricoltura, i danni ai vecchi e ai bambini, gli incendi, come se fosse il caldo il responsabile degli incendi, gli allarmi della protezione civile, i livelli. Non ho mai capito come cazzo stabiliscono i livelli di allerta. Non ho mai capito perché in Sicilia non c'è sempre il massimo livello, non ho mai capito come farebbero almeno metà degli abitanti del continente africano a vivere viste le temperature che si raggiungono da quelle parti. Non si può certo vivere tutta una vita al massimo livello di allerta, questo è possibile solo per qualche settimana all'anno ed è proprio quello che capita in questa città.
sabato 23 giugno 2012
main street
Main street dopo lo spettacolo, mezzanotte: luce al neon e una nebbiolina leggera, bettole e cinema aperti tutta la notte. Negozi di merce usata e locali di filippini, dove i cocktail costano quindici centesimi e gli show si succedono uno all'altro, ma io li ho visti tutti, innumerevoli volte, e, per vederli, ho speso un mucchio di soldi del Colorado. Mi sentii come un assetato cui nessuno dà da bere e mi incamminai verso in quartiere messicano, provando una sensazione di sordo malessere.
Jonh Fante, Chiedi alla polvere, Einaudi, 2004
Jonh Fante, Chiedi alla polvere, Einaudi, 2004
lunedì 18 giugno 2012
e ora caldo
Da ieri fa caldo. Ieri non ho acceso la televisione. Stasera ho deciso che guarderò i telegiornali, non vedo l'ora di guardare tutti i servizi che faranno sul caldo che è iniziato ieri.
mercoledì 13 giugno 2012
eppure
Eppure a questi giorni, per certi aspetti così ripetitivi, non so rinunciare. Intanto perché è casa mia. Io ho imparato a vivere qui e non c'è angolo che non mi emozioni. Tu la chiameresti poetica dei gerani. Io invece trovo insopportabile il vezzo di considerare l'infanzia e l'adolescenza come malattie di cui si è avuta la fortuna di guarire. Credo, al contrario, che solo ricordando le delusioni di allora si possa capire perché si dorme male, si è ansioni senza motivo, insoddisfatti del lavoro che pure si è scelto, segretamente convinti che persino la più ragionevole delle convivenze sia fonte di insostenibili frustrazioni.
Gilberto Severini, Congedo ordinario, Playground, 2011
Gilberto Severini, Congedo ordinario, Playground, 2011
lunedì 11 giugno 2012
incipit
Ogni tanto scrivo
Anche prima ogni tanto scrivevo
Credo di aver sempre avuto questo problema
Problema?
Forse una necessità più che un problema
Non lo so che cosa sia,
necessità
problema
vizio
abitudine
noia
Scrivo
Ma non tutto
Scrivo quello che devo fare
Parola per parola
Con un certo ordine
Con una certa attenzione ai particolari
Non scrivo cose difficili
Non scrivo di filosofia
Non sono uno scrittore
Scrivo e basta
Penso che scrivere sia un’attività importante
Poi dipende da cosa uno scrive
Si può scrivere tutto e il contrario di tutto
Non ho mai scritto molto
Poche cose
Ma importanti
Quella cosa l’ho scritta
Ne sono certo
Rischiavo di dimenticarmelo
Scrivo per ricordare quello che devo fare
E mi sono ricordato quello che dovevo fare
Sì
(Scrive)
calzolaio
bollette
spesa
piante del balcone
piante del giardino
spazzatura, carta, umido, vetro/plastica
acquario
cane
gatti
lunedì 4 giugno 2012
io e lei
Mi sveglio sul divano con la televisione ancora accesa e con i vestiti addosso. Ho un leggero mal di schiena. Mi capita spesso negli ultimi tempi.
Lei arriva subito, come al solito me ne accorgo solo all’ultimo momento, quando ormai è di fronte a me, seduta sul pavimento.
Hai dormito anche
stanotte qui?, mi chiede.
Non lo vedi?!,
rispondo.
Hai fatto di nuovo
quel brutto sogno?
Penso di sì, ora
non ricordo bene, ma mi pare proprio di sì. Sempre la solita
immagine, io che cammino lungo l’argine di un fiume e un grosso
cane che mi viene incontro. Io che mi metto paura e che cerco
qualcosa per difendermi, una pietra, un bastone ma non trovo
niente. Poi, prima che il cane si avvicini, mi sveglio.
Abbiamo un problema.
Anzi hai un problema, mi pare evidente, i sogni hanno sempre un
significato, e in particolare questo, ma non vuoi affrontare la
cosa!
Problema? Di che
problema parli. Sto benissimo solo che ogni tanto faccio questo
sogno. Credi di conoscere i miei problemi solo perché ti racconto
certe cose?
Vabbè ho capito,
non ti va parlare.
Non è questo, non
ho nulla di cui parlare con te in questo momento, tutti i giorni a
chiedermi di quel maledetto sogno.
Mi alzo dal divano,
rimango per qualche secondo immobile, lei rimane immobile, vado
verso l’acquario, non sopporto gli acquari penso, ma questo me l’ha
regalato Chiara prima che scoprisse che odio gli acquari e
soprattutto quegli stupidi pesci che ci nuotano dentro. Guardo il
pesce palla, anche lui sembra fissarmi, distolgo subito lo sguardo,
capisco che ha fame, metto del cibo nauseabondo nell’acqua.
Ritorno a sdraiarmi, è molto presto penso, anche se in realtà non so che ore sono, il lavoro può di certo aspettare. Lei è sempre nella stessa posizione di fronte a me, seduta.
Pensi di fare
qualcosa oggi?, mi chiede.
Che vuoi dire? Certo
che penso di fare qualcosa, devo andare a lavorare e devo passare a
fare la spesa, non c’è più nulla in casa.
Ecco bravo,
ricordati di comprarmi il tonno, è da molto tempo che te lo chiedo,
poi oggi pomeriggio dovrebbe passare anche la mia nuova amica del
piano di sotto.
Mi rialzo dal divano,
apro la credenza, guardo che cosa c’è. Ci trovo solo cibo per
animali, croccantini per cani al gusto di maiale, croccantini per
gatti al salmone, sementi per uccelli, cibo per pesci, bocconcini per
serpenti al gusto di topo, verdure liofilizzate per tartarughe, sia
di acqua che di terra, tutti delle migliori marche, tutto in un
ordine che non mi appartiene.
Prendo un pezzo di carta e una penna. La penna non funziona, non ci sono altre penne nei paraggi, va a finire sempre così, non faccio la lista della spesa e finisco per comprare cose del tutto inutili.
Mi rimetto sul divano. Lei è sempre nella stessa posizione, seduta di fronte a me.
Allora? Non fai la
lista della spesa? Non fai nulla oggi? Non mi degni nemmeno in uno
sguardo, non ti ho fatto mica nulla. Mi sembri un po’ strano, sono
sicura che stai ripensando al sogno, se vuoi ne parliamo
Forse c’è
qualcosa che ti sfugge. O forse c’è qualcosa che sfugge a me. Ho
fame adesso. Non c’è nulla da mangiare in questa casa, eppure ero
sicuro di aver fatto la spesa.
Di certo c’è
qualcosa che non va. Te lo sto dicendo da quando ti sei svegliato,
se vuoi ne parliamo.
Non voglio più
parlare di quel maledetto sogno. La devi smettere!
Sono solo una gatta
premurosa, la migliore che ti potesse capitare, e sai che odio i
cani, anche in sogno.
Iscriviti a:
Post (Atom)