sabato 30 novembre 2013

al mercato

Al mercato c'era una vecchia prima di me che ha ordinato un sacco di verdure. Dopo è arrivata un'altra vecchia che ha detto che era lì ad aspettare da un po' e ha ordinato un sacco di verdure. Poi è arrivata un'altra vecchia che ha detto che era sicura di essere arrivata prima di me e ha ordinato un sacco di verdure. Poi è arrivata una quarta vecchia che ha detto che era proprio sicura che toccava a lei. Poi è arrivata una sesta vecchia che ha detto che toccava a lei perché i giovani d'oggi non hanno rispetto per i vecchi che pazientemente aspettano il loro turno al mercato. Poi è arrivata un'ultima vecchia che ha comprato tutte le verdure rimaste sul banco del verdurario del mercato.

mercoledì 6 novembre 2013

io sono come voi

"Io sono come voi. Anzi, peggio. Sono troppo intelligente per il mondo, e me ne andrei anche in giro a dirlo; è una malattia incurabile, la mia. Per questo devo essere rinchiuso qui, dove posso comportarmi in modo irresponsabile senza alcun pericolo, senza far del male a nessuno". Poi si avvicinò di nuovo al tavolo, sorridendo agli altri. "Siamo tutti miserabili e buffoni, e siamo al freddo".
"Re Lear", disse serio Stoner.
"Atto terzo, scena quarta", aggiunse Masters. "E così la provvidenza, o la società, o il fato, comunque vogliate chiamarlo, ha costruito per noi questo rifugio, che ci protegge dai venti di tempesta. E' per noi che esiste l'università, per i diseredati del mondo. Non per gli studenti, non per la disinteressata ricerca della conoscenza, né per altre ragioni che sentite dire. Quelle sono una copertura, come quei pochi individui normali, idonei al mondo, che di tanto in tanto accogliamo tra noi. Ma è tutto fumo negli occhi. Come la Chiesa nel Medioevo, cui non interessava un fico secco né dei laici né di dio in persona, ci servono dei pretesti per sopravvivere. E sopravviveremo, perché così deve essere"
John Williams, Stoner, Fazi, 2012

mercoledì 16 ottobre 2013

il concorso

Poi non si sa mai esattamente cosa bisogna studiare, che cosa chiederanno, come saranno le domande, non si sa mai un cazzo dei concorsi pubblici, solo alle volte si sa prima delle prove chi sarà il vincitore, ma noi non ci preoccupiamo di questo, proviamo lo stesso, tanto prima poi arriverà quel famoso colpo di culo. È come giocare al super enalotto, o al al lotto o al totocalcio, o al totogol, o ai cavalli, al win for life, come partecipare ai quiz televisivi, come andare al casinò e giocare alle slot machine, come puntare mille euro sul Bari vincitore del prossimo campionato e sperare che il Bari vinca il campionato di serie A, posto che il Bari sia in serie A, cosa che ignoro e della quale non mi interessa molto. Vincere un concorso pubblico è uno scherzo del destino, una fatalità, è un momento catartico nella vita di uomo, una sfida difficilissima, durissima, all'ultimo sangue.
Vorrei fare il postino.

martedì 8 ottobre 2013

pulizie

Ogni tanto si deve far qualcosa per pulirsi la coscienza anche se non si sente di averla sporca. Quasi nessuno in effetti sente di avere la coscienza sporca altrimenti ci sarebbero un sacco di persone che fanno delle cose per pulirla e tutti gli altri capirebbero che quella pulizia serve proprio per pulire la coscienza. Oggi ho pulito il mio pc. Ora non c'è nemmeno un grammo di polvere né sopra la tastiera né sullo schermo.

sabato 21 settembre 2013

perchè i ministeriali

Perché i ministeriali sanno quando il collega di stanza si avvicina alla depressione. All'improvviso gli viene da fare un movimento coattivo e inutile. Ci sono quelli che prendono a far schioccare le dita anche se non c'è nessuno da chiamare, nessun pensiero da trovare. Camminano per i corridoi schioccando le dita. Più il rumore si fa forte, più si avvicinano alla stanza. Aprono la porta con una violenza da far tremare i vetri. Si siedono sbuffando, rispondono a monosillabi.
Ci sono quei colleghi di stanza che non sono depressi, ma lo diventano perché non ne possono più di vedere il collega schioccare le dita per il corridoio. Si prendono una fissazione. Così uno guarisce e l'altro si ammala.
Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi, 2003

lunedì 2 settembre 2013

i passanti

I passanti sono diventati rari nelle strade della Black Town alcune delle quali sono quasi deserte. Ma esse rimangono popolate d'iddii innumerevoli che s'affollano nell'ombra, che erompono dagli spazi illuminati, che guatano da tutti i muri, che ghignano in tutti i cantoni, si parano dinanzi a tutte le svolte, smorfeggiano nel labirinto interminabile delle viuzze identiche, vi circondano, vi perseguitano, vi opprimono, formano due ali minacciose di mostri di pietra, di ferro, di granito, di profido, di legno, di metallo, in mezzo a cui la vostra incredulità occidentale perde un po' della sua sicurezza, la vostra anima europea finisce col subire come l'indiana il fascino della Potenza Invisibile.
Mario Appellius, India, Alpes, 1931

mercoledì 21 agosto 2013

quando si torna

Si parte e poi si torna, di solito funziona così o almeno per quasi tutti quelli che conosco funziona così ma ogni tanto ho come la sensazione che sarebbe meglio partire senza sapere che si deve per forza tornare.

lunedì 22 luglio 2013

non è tanto

'Non è tanto la vecchia!', pensava freneticamente. 'La vecchia magari è pure un errore, ma non è questo! La vecchia era solo la malattia...io volevo andare oltre, prima possibile...io non ho ucciso una persona, ho un ucciso un principio! Io il principio l'ho ucciso, ma non sono andato oltre, sono rimasto di qua...L'unica cosa che sono riuscito a fare è uccidere. E anche quello, a quanto pare, non l'ho fatto come si deve...Un principio? Perché poco fa quell'ingenuo di Razumichin se la prendeva con i socialisti? E' gente laboriosa, industriosa, si occupano della 'felicità universale'...Eh no, di vita me ne è stata data una sola, e non ne avrò altre, non mi va di aspettare la 'felicità universale'.
Fedor Dostoevskij, Delitto e castigo, Feltrinelli, 2013

lunedì 1 luglio 2013

strade

Non mi piace la strada. Mi piace molto di più l’idea di rotonda, prima di tutto è circolare, si parte da un punto e  si ritorna sempre allo stesso punto, le strade non si sa dove finiscono, ma da qualche parte arrivano, in una rotonda si può continuare a girare senza tregua anche se rimane il dubbio della meta.

lunedì 24 giugno 2013

alle volte

Alle volte succede che si è in un posto e c'è la pioggia che cade da giorni e poi per qualche ragione si deve partire e andaresene da lì perché per esempio si deve tornare a lavorare o a fare altre cose. Quando si arriva nel posto dove si deve lavorare o fare altre cose ci si accorge che c'è un gran sole ma, non so come, si ha voglia di tornare verso la pioggia.

lunedì 6 maggio 2013

la città

La città era una città come tante altre e meno di tutte le altre.
Per esempio, era una città come tutte le città in cui ci sono palazzi, strade per centinaia di migliaia di abitanti. Era una città come tutte le città che hanno grossi uffici per il Comune, molti cinema, uno stadio da trentamila, quarantamila, cinquantamila posti. Aveva, come altre città, l'università e più di una stazione ferroviaria, quella centrale più grande, con almeno quattro, cinque, sei binari. E gli autobus, e un paio di ospedali, e non mancava di centri commerciali e di negozi destinati alla distribuzione di grandi marchi.
Le mancava però qualcosa che tutte le città hanno. Le mancava il nome.
E non bastava il sole estivo, schiantatosi nel mare e lì giacente in attesa di aiuto; non bastavano la posizione sulle cartine o l'accento dentro ai pensieri, i certificati o il nome della squadra di calcio.
Antonio Sofia, Il mare di spalle, Autodafè, 2011

lunedì 29 aprile 2013

babbo natale

E' noto che babbo Natale beve. Ma questo non vuol dire niente, beviamo un po' tutti. Su quanto beva invece c'è sempre stato il più ampio dei disaccordi. Tra gli antropologi, per esempio, Marvin Harris sosteneva che babbo Natale fosse astemio e bevesse Coca-Cola, al riguardo invece ERnesto De Martino sosteva che babbo Natale la Coca-Cola la bevesse soltanto nel breve tempo delle riprese degli spot pubblicitari, poi la sputava, perché in privato si sarebbe bevuto tutti i giorni una bottiglia di Aglianico, la prima metà durante il pranzo e la restante metà durante la cena.
Ugo Cornia, Scritti di impegno incivile, Quodlibet, 2013

martedì 23 aprile 2013

piazze


A San Pietro c’erano un sacco di piccioni che volavano sopra la piazza e mi sono venuti in mente i fedeli che la domenica si trovano questi piccioni sopra la testa, con il rischio altissimo che questi piccioni mentre volano sopra le teste dei fedeli facciano la cacca. Mi è venuta in mente questa immagine di centinaia di piccioni che fanno i loro bisogna proprio sopra le teste dei fedeli e questi fedeli che non si rendono conto di avere la testa piena di cacca di piccione perché sono talmente presi dalle parole del papa che non si accorgono di nulla e se ne accorgono solo quando arrivano a casa quando qualcuno chiede loro, Ma come mai hai tutta quello schifo in testa? Non eri andato in piazza San Pietro a vedere il papa? E questi fedeli si mettono la mano in testa e si sporcano la mano di merda di piccione e non capiscono da dove questa arrivi.

martedì 9 aprile 2013

quando uno



Quando uno è disoccupato deve cercarsi un lavoro, quindi quasi tutte le mattine accendo il computer visto che oggi con il computer si può fare tutto si può certamente anche trovarsi un'occupazione. Apro le mail, zero mail ricevute oppure un sacco di spazzatura. Ricevo proposte di creme o spray che fanno allungare il pisello, di creme o spray che fanno durare di più il rapporto, di creme o spray che mi fanno durare l'erezione per giorni o per settimane intere. Ricevo mail di massaggiatrici cubane, o brasiliane, o venezuelane che mi faranno passare dei momenti indimenticabili, ultimamente ricevo anche messaggi da massaggiatrici cinesi, anche loro mi faranno passare momenti indimenticabili.
Vorrei fare il postino

sabato 9 marzo 2013

sono

Sono un uomo ridicolo. Adesso dicono che sono pazzo. Sarebbe un avanzamento di grado, se per loro non rimanessi pur sempre ridicolo come prima. Ma adesso ormai non mi arrabbio più, adesso li trovo tutti cari, anche quando ridono di me, anzi, li trovo persino per qualche motivo particolarmente cari. Mi metterei addirittura a ridere anch'io assieme a loro, non di me stesso, ma per amor loro, se non provassi tanta tristezza a guardarli.
F. Dostoevskij, Racconti, Garzanti, 1988

mercoledì 30 gennaio 2013

oggi

Oggi mi hanno portato a farmi visitare all'amministrazione provinciale e le opinioni si sono divise. Hanno discusso e hanno deciso che non sono pazzo. Ma hanno deciso così perché mi trattenevo con tutte le mie forze per non tradirmi. Non ho detto nulla del mio pensiero perché ho paura del manicomio, ho paura che là possano impedirmi di eseguire il mio pazzo disegno.
Lev Tolstoj, Memorie di un pazzo, SE, 2006

venerdì 25 gennaio 2013

scena prima

PADRE UBU: Merdre.
MADRE UBU: Oh! Complimenti, Padre Ubu, siete un gran figlio di puttana.
PADRE UBU: Ma perché non v'accoppo, Madre Ubu?
MADRE UBU: Mica me, Padre Ubu, un altro dovete far fuori.
PADRE UBU: Per la mia candela verde, non capisco niente.
MADRE UBU: Accidenti, Padre Ubu, siete contento del vostro stato?    
PADRE UBU: Per la mia candela verde, merdre, madama, certo, certo che sono contento. Lo si potrebbe essere per molto meno: capitano dei dragoni, ufficiale di fiducia del re Venceslao, insignito dell'ordine dell'Aquila Rossa di Polonia, ex re d'Aragona, che cosa volete di più?
MADRE UBU: Diavolo! dopo esser stato re d'Aragona vi accontentate di far sfilare una cinquantina di staffieri armati di tagliacavoli, mentre potreste mettere sulla vostra zucca, al posto di quella d'Aragona, la corona di Polonia?
A. Jarry, UBU RE, Einaudi, 1988

domenica 13 gennaio 2013

poi capita

Poi capita che una sera vado a teatro perché penso che sia una bella cosa andare a teatro ma poi lo spettacolo che volevo vedere è annullato e anche se ero andato a teatro proprio per quello spettacolo che è stato annullato ne ho guardato un altro che ha sostituito quello annullato. E dopo cinque minuti di spettacolo mi rendo conto è forse quello che stavo guardando era il più brutto spettacolo che avessi mai visto in vita mia. Capita.

giovedì 3 gennaio 2013

inizio

Un anno è finito e un altro è cominciato ma tutta questa differenza tra il prima e il dopo devo ancora vederla in verità.