lunedì 30 gennaio 2012

ero

Ero assorto in questi pensieri quando, all'improvviso, sono balzato in piedi e sono scoppiato a ridere. Di gusto. Una bella risata, inutile e assurda, è un toccasana. Con me funziona sempre. E se riesco a prolungarla per qualche minuto, e a ridere dentro e fuori, meglio ancora.
Pedro Juan Gutierrez, Trilogia sporca dell'Avana, E/O, 2004

sabato 28 gennaio 2012

la soluzione

La soluzione, alla fine, fu semplicissima. Risultò che dopo aver bevuto la quinta dose occorre mandar giù tutto d'un fiato e in un sol sorso anche la sesta, la settima, l'ottava e la nona, ma idealmente, cioè con la sola immaginazione. In altre parole, con un unico sforzo di volontà, e tutto d'un fiato, si deve evitare di bere la sesta, la settima, l'ottava e la nona.
Fatta una pausa, si abbordi di brutto alla decima. E così come la nona sinfonia di Dvorak, che di fatto è la nona, viene detta convenzionalmente la quinta, fate così anche voi: chiamate convenzionalmente decima la vostra sesta dose e siate pur sicuri che da quel punto in poi vi sentirete rinvigorire e rinvigorire senza incontrare alcun ostacolo, dalla sesta (decima) fino alla ventottesima (trentaduesima), rinvigorire cioè fino al limite oltre cui ci sono solo la follia e l'abbruttimento assoluti.
Vanedikt Vasilevic Erofeev, Mosca-Petuski e altre opere, Feltrinelli, 2004

giovedì 26 gennaio 2012

non capisco

Gli annunci che fanno nelle frecce, rosse bianche argento sono molto fastidiosi. Soprattutto quelli che parlano dell'high quality salami che vendono al bar.

domenica 22 gennaio 2012

che la mia bicicletta

Che la mia bicicletta e che le biciclette in generale siano di disturbo in questa città è del tutto evidente, basta uscire una qualsiasi mattina, un qualsiasi pomeriggio, una qualsiasi sera, una qualsiasi notte per notare come tutti gli abitanti di questa gigantesca città non possano evitare di utilizzare mezzi di trasporto a motore. Per andare al lavoro, per andare a fare la spesa, per andare al cinema, a cena fuori, ai concerti, a fare un giro in centro tutti usano esclusivamente la macchina o il motorino. Più le auto e i motorini sono enormi e ingombranti e inquinanti più acquisiscono il loro status di dominatori delle strade di questa città. La lentezza e le ridotte dimensione della mia bicicletta devono aver innervosito parecchio la signora con la pelliccia che, non a caso, indossava anche un cappello enorme, un anello enorme al dito, e aveva pure e un culo e un naso enormi.

venerdì 20 gennaio 2012

l'altro giorno

L’altro giorno pensavo ai miracoli e pensavo che visto che generalmente è l’umanità a decidere che cos’è un miracolo, i miracoli hanno sempre avuto la caratteristica, per essere riconosciuti come tali dall’umanità, di essere degli show un po’ strampalati e esibizionistici, che esorbitano totalmente dalle leggi della natura, così un po’ della gente che è lì presente e sta guardando a un certo punto inizia a dire: questo è un miracolo, questo è proprio un miracolo. E dopo invece mi ero messo a pensare per esempio che magari Dio aveva verso i miracoli una logica sua, assolutamente diversa da quella del genere umano, e che appunto valutasse i suoi miracoli che compiva attraverso l’ottica divina che è diversissima da quella umana.
Ugo Cornia, Operette ipotetiche, Quodlibet, 2010

martedì 17 gennaio 2012

tutto

Tutto quello che accade a Roma lascia una traccia, ma nulla è rappresentabile. Roma apre un mondo interiore nel quale, a pensarci ora, ho rischiato di perdermi, solo quando me ne sono andato ho ritrovato la strada. Roma non ha definizione, e non ha alcun senso cercarla. Brucia i ricordi, ti ubriaca, e più bevi più ti sembra di capirla, di poterla afferrare e pare che la città si faccia prendere e ti invita di nuovo a bere, ma tutto questo non ha nulla a che fare con la realtà, è solo quello che la città ti fa credere. E’ una parte di noi segreta e inviolabile.

sabato 14 gennaio 2012

siamo entrambi

Siamo entrambi così, da decenni ci incolpiamo delle cose più intollerabili e non riusciamo a finirla con queste cose intollerabili, queste illogicità, queste capricciosità, queste volubilità, dalle quali, entrambi, mia sorella e io, traiamo la linfa vitale, che ci hanno sempre consentito di esistere, quello che a tutta la gente ha sempre dato ai nervi, ma che però ha anche sempre affascinato questa gente ed è stata la ragione per la quale ci hanno sempre cercati, in fondo per questa capricciosità, illogicità, volubilità, inaffadabilità, ecco con cosa abbiamo sempre attirato gli altri.
Thomas Bernhard, Cemento, SE, 2004

mercoledì 11 gennaio 2012

quando c'era

Quando c'era Adamo e Eva,
chi vinceva, chi perdeva?
Velimir Chlebnikov, 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet, 2009

lunedì 9 gennaio 2012

riguardo

Riguardo a quella vecchia discussione filosofica, adesso considerata di scarso interesse, che ha per argomento se gli oggetti esterni esistono soltanto quando noi li percepiamo, oppure se esistano anche quando noi non li percepiamo, faccio un esempio: sono nella mia stanza, seduto in poltrona, e sto leggendo un libro, e la mia stanza esiste perché la sto percependo chiaramente, poi mi telefona un mio amico se ci troviamo fra mezz'ora in Piazza Grande, per fare un giretto di un'ora, allora esco di casa, e mentre sono in Piazza Grande, casa mia, per tutta quell'ora che io sono stato fuori, potrebbe sparire, nessuno mi garantisce che non sparisca. Per esempio potrebbe esserci qualcuno (Dio?) che fa sparire casa mia per un'ora, poi quando io torno a casa, la rimette al suo posto, così a me sembra che casa mia esista di continuo, ma magari mentre ero in centro casa mia era sparita.
Ugo Cornia, Operette ipotetiche, Quodlibet, 2010

sabato 7 gennaio 2012

cose belle

Con tutte le cose che ci sono da fare in questa città, non so bene perché, ma svegliarsi il sabato mattina e andare all'Esquilino a fare la spesa mi sembra sempre di fare una cosa molto bella.

giovedì 5 gennaio 2012

una sera

Una sera, e non sarà stato neanche tanto tempo fa, mentre cercavo di addormentarmi, di colpo e per la prima volta in tutta la mia vita, ho pensato che non mi era mai capitato, allo scopo di addormentarmi, di mettermi per esempio a pensare a un cubo di oro massiccio di un metro esatto di lato, avendo in genere la preferenza a immaginarmi di incontrare ragazze bellissime, che magari passano per strada in via Vignolese, verso l'edicola, e mi immaginavo di guardare queste ragazze, che se gli sguardi andavano a buon fine dopo ci abbracciavamo e ci baciavamo perché era sempre una specie di colpo di fulmine, e così via.
Ugo Cornia, Operette ipotetiche, Quodlibet, 2010

mercoledì 4 gennaio 2012

è solo una questione mentale

E' solo una questione mentale, così Carlo, quando parlava del freddo d'inverno. Forse aveva ragione Carlo. Qui, a Roma, quando si parla del tempo non riesco mai a capire se fa freddo o meno mentre a Padova tutti sono concordi nel dire che fa molto freddo. Ne deduco che a Roma è solo una questione mentale.

lunedì 2 gennaio 2012

se mia madre

Se mia madre con ogni argomento cercò di ostacolare la mia partenza, mio padre non disse niente. Aveva assistito in silenzio ai miei tentativi di inserimento sociale confrontandoli con i successi delle mie sorelle maggiori, che in giovane età avevano sposato degli impiegati d'azienda, brave persone del resto, ed io ne avevo approfittato come durante il viaggio per l'acqua del nonno, tacendo a mia volta. Non parlavamo mai, io e lui.
Gianfranco Galligarich, L'ultima estate in città, Aragno, 2010