sabato 31 dicembre 2011

oggi

La notte del 31 dicembre sarà difficile. Sento dentro di me delle cose che si rompono, come lastre di vetro che si schiantano. Vado da una stanza all'altra in preda al furore, al bisogno di agire, ma non posso far nulla, perché tutti i tentativi mi sembrano falliti in partenza. Insuccesso: insuccesso dappertutto. Solo il suicidio luccica lassù, inacessibile.
Michel Houellebecq, Estensione del dominio e della lotta, Bompiani, 2009

mercoledì 28 dicembre 2011

e baffonero

E Baffonero ha detto: - Ecco, voi avete visto e viaggiato molto. Ditemi un po', dov'è che si stima di più l'uomo russo, al di là o al di qua dei Pirenei?
- Non so come stiano le cose al di là, ma al di qua non lo si stima affatto. Io, per esempio, sono stato in Italia e là non si presta la benché minima attenzione all'uomo russo. Là non si fa altro che cantare e dipingere. Un tizio, per esempio, se ne sta bello dritto a cantare. Un altro, accanto, sta seduto a dipingere quello che canta. Un terzo, a una certa distanza dai primi due, canta di quello che dipinge...E che tristezza si prova per tutto questo! Loro, invece, la nostra tristezza non la capiscono affatto...
Venedikt Erofeev, Mosca-Petuski e altre opere, Feltrinelli, 2004

martedì 27 dicembre 2011

considerazioni

Quando qualcuno ti incontra dopo tempo non manca di fare considerazioni che sono sempre diverse le une dalle altre. Chi ti vede con i capelli più lunghi del solito, chi con i capelli più corti, chi ingrassato, chi dimagrito, chi non ti riconosce da quanto sei cambiato chi ti dice che sei sempre uguale. E alla fine non so mai cosa dire e dico sempre sì effettivamente l'altra volta avevo i capelli più lunghi o più corti oppure sì sono ingrassato e si sono dimagrito. Quasi tutti mi sembrano felici di ricevere conferme.

sabato 24 dicembre 2011

una spinta

Una spinta e via, pensavo, nel fiume, insieme a tutti quei pesci che vedeva solo lui. Se l'avessi fatto pensavo, ora non sarei qui a pentirmi di non averlo fatto, al massimo mi pentirei di averlo fatto e tutto assumerebbe una sfumatura diversa e non avrei di certo avuto il tempo, nel mio pentimento per aver fatto quello che in realtà non avevo fatto, di pensare a Valter a mio padre eccetera.
Vitaliano Trevisan, Un mondo meraviglioso, Einaudi, 2002

venerdì 23 dicembre 2011

e niente

E alla fine anche quest'anno arriva inesorabile il Natale, e non so perché, quest'anno mi dà meno fastidio del solito, il Natale.

giovedì 22 dicembre 2011

alla fine

Alla fine in questa città, ma credo in tutte le altre città del mondo, pensavo ieri mentre parlavo del Veneto con uno che mi aveva chiesto di dove sono, tutti mi chiedono sempre da dove vengo, ma nessuno mai mi chiede dove sto andando, forse perché le domande difficili le tengono per un secondo momento, ho pensato.

mercoledì 21 dicembre 2011

venezia venezia roma roma

Quando dico che sono di Venezia la gente mi chiede, ma Venezia Venezia? Una mia amica di Roma dice che quando le chiedono di dov'è e lei risponde Roma, aggiungono ma Roma Roma? Ieri sono andato al negozio di articoli per animali, anche se non ho nessun animale, e la signora mi ha chiesto, Di dov'è lei? E ho risposto, di Bologna. La signora del negozio di animali ha detto, Bologna?

lunedì 19 dicembre 2011

io non voglio

Io non voglio nient'altro che lo stato in cui mi trovo, che conduce direttamente fuori dal mondo, pensavo, cosa che però realmente non osavo dire a me stesso, trasferirsi, fuori, io gioco con questo stato e gioco con questo stato per tutto il tempo che voglio. Per tutto il tempo che voglio, mi dissi ora a mezza voce e poi rimasi in ascolto, ma non sentii nulla.
Thomas Bernhard, Cemento, SE, 2004

domenica 18 dicembre 2011

chi riceve

Chi riceve con bella continuità l'amaro pane quotidiano sul tavolo del salario mensile, deve sentirsi in obbligo di diventare con l'andare del tempo una macchina la cui regolarità è fissata per contratto. Sul serio: questo è il suo unico compito. Germer è una cattiva macchina: non domina i suoi sentimenti, urla, inveisce, fischia, spazza via dal tavolo, stride coi denti, incede un re di "quelle assi che significano un mondo": insomma è malato.
Robert Walser, Una cena elegante, Quodlibet, 2003

sabato 17 dicembre 2011

mi davo

Mi davo alla depravazione solitamente io, di notte, di nascosto, pavidamente, sudiciamente, con una vergogna che non mi lasciava nei momenti più ripugnanti e che anzi in quei momenti giungeva fino alla maledizione. Già allora portavo nell'anima mio il sottosuolo.
Fedor Dostoevskij, Memorie del sottosuolo, Einaudi, 2002

giovedì 15 dicembre 2011

e io mescolavo

E io mescolavo e bevevo, mescolavo la Vodka della Russia con la birra di Ziguli e guardavo quelle tre e iniziavo a vederci più chiaro sul loro conto. Cosa ci vedessi di più chiaro non saprei dirlo, per cui continuavo a mescolare e a bere, e più ci vedevo chiaro sul loro conto più mescolavo e bevevo, motivo per cui ci vedevo ancora più chiaro.
Venedikt Erofeev, Mosca-Petuski e altre opere, Feltrinelli, 2004

martedì 13 dicembre 2011

cose da fare

G. ha così tante cose da fare che io non so proprio come faccia e tutte le volte che ci vediamo ha solo venti minuti che poi deve fare un sacco di cose, e queste cose da fare sono distribuite in tutte le ventiquattro ore del giorno, in tutti i giorni e i mesi dell'anno. E io che non c'ho così tante cose da fare spesso penso alle cose che deve fare G. così mi pare di aiutarla.

sabato 10 dicembre 2011

una volta

Una volta ero così contento di andare da G. che mi sono fermato a comprare dei fiori. Dopo essere stato mezz’ora a casa di G. mi sono ripreso i fiori che avevo portato e li ho regalati a una vecchia che ho incontrato per strada. Quando poi sono arrivato a casa mia mi è venuta voglia di tornare in via Asmara 19 e ho chiamato G. e le ho detto, Arrivo tra ventidue minuti e lei mi ha detto, Vieni solo se mi riporti i fiori. Allora ho detto, Va bene, ti riporto i fiori ma devo fermarmi un secondo a riprenderli perché li ho lasciati a una vecchia e quindi non ci metterò ventidue minuti. Ci metterò almeno trentacinque minuti, ho detto, perché chissà dov’è andata quella vecchia ora, ho aggiunto. Ho preso la bici e come al solito ero contento di andare da G. e sono andato verso via Asmara felice in cerca di quella vecchia che aveva i miei fiori, anzi i fiori di G. Quando sono arrivato in via Asmara sono entrato in tutti i negozi, in tutti i bar, sono entrato anche dal parrucchiere ma non c’era traccia di quella vecchia. Allora ho anche chiesto ai passanti se avevano visto una vecchia con dei fiori in mano, ma nessuno aveva visto quella vecchia.

venerdì 9 dicembre 2011

germer

Germer, da molti anni detentore di un impiego complesso al portafoglio dei cambi, non può più sopportare il fiato e la conformazione fisica dei suoi colleghi. Chi è sano e robusto scherza volentieri, come i due Meier della campagna e del municipio. Quei due sono proprio degli spiritosoni di grosso calibro. Germer è impaziente. Chi è impaziente odia la paciosa atmosfera delle spiritosaggini da birreria. In più, la lunga durata del suo impiego lo ha reso malato in ispirito. Continua ancora a fare quel tanto di dovere, questo sì, ma raccogliendo continuamente le sue ultime forze di genio. Eh già, un impiego così importante!
Robert Walser, Una cena elegante, Quodlibet, 2011

martedì 6 dicembre 2011

è forse

E' forse questo che all'improvviso mi ricorda lei con tanto impeto? E' forse quel granellino d'amore?
Peter Bichsel, Quando sapevamo aspettare, Comma22, 2011

lunedì 5 dicembre 2011

e dopo

E dopo aver bevuto lo vedete voi stessi quanto a lungo abbia fatto delle smorfie e tentato di frenare la nausea, quanto abbia imprecato e bestemmiato. Non so se cinque minuti o sette, o un'eternitò intera, il fatto è che mi sono messo a fare l'ossesso, fra le quattro pareti con le mani strette alla gola e supplicando il mio Dio di non offendermi.
Venedikt Erofeev, Mosca-Petuski e altre opere, Feltrinelli, 2004

sabato 3 dicembre 2011

il fatto

Il fatto è che siamo tutti fottuti, Serginho, qui in Portogallo non siamo niente, non abbiamo neanche un nome, siamo i brasiliani. E cos'è che siamo in Brasile?, sempre niente, siamo gli altri, che paese di merda, terra di ladri e figli di puttana.
Luiz Ruffato, Sono stato a Lisbona e ho pensato a te, La Nuova frontiera, 2011

giovedì 1 dicembre 2011

importante

L’importante è essere pronti, sapere che prima o poi arriverà l’ora di partire, sapere che non siamo destinati a rimanere, così lei, parola per parola.

mercoledì 30 novembre 2011

suonare

Cosa sarebbe Roma senza il rumore dei clacson? Come farebbero i romani se non potessero suonare il clacson?

martedì 29 novembre 2011

succede sempre

Alla fine succede sempre che quando si è a Roma si ha voglia di andarsene, ma quando si è lontani da Roma si ha voglia di tornare e poi quando si è tornati a Roma non si ha voglia di restare ma non si sa bene dove andare.

lunedì 28 novembre 2011

a volte

A volte penso che il lunedì non sia poi così male. A volte.

domenica 27 novembre 2011

tutte le volte

Quando faccio le presentazioni del libro mi fanno delle domande e io dovrei dare risposte intelligenti per dimostrare al pubblico che sono intelligente e fare in modo che il pubblico compri il libro di uno che sembra intelligente. Quando rispondo alle domande secondo me non do la sensazione di essere così intelligente. Ma poi il libro, ogni tanto, lo comprano lo stesso.

sabato 26 novembre 2011

si stupirebbero

Si stupirebbero molto,
se mai sapessero stupirsi,
che da qualche parte esistono motivi di stupore.

Wislawa Szymborska, Due punti / Qui, Libri Scheiwiller, 2010

venerdì 25 novembre 2011

strade

Le strade portano ovunque oppure non portano da nessuna parte, molto spesso le strade che ho percorso mi hanno riportato proprio lì dove ero partito. Altre volte le strade mi hanno ingannato, mi sono perso per poi ritrovarmi qualche tempo dopo, in luoghi che mai avrei pensato di raggiungere. Le strade che ho percorso le ho in parte dimenticate, anche se penso e ho sempre pensato che l’importante sia andare, la direzione non ha grande importanza.
L’importante è essere pronti, sapere che prima o poi arriverà l’ora di partire, sapere che non siamo destinati a rimanere, così lei, parola per parola.

giovedì 24 novembre 2011

appena

Appena sono arrivato, ho incontrato lei che romana non è, ma ci è arrivata perché tutte le strade portano a Roma, così Giovanna, in quel posto di San Lorenzo, la prima sera che ho passato in città.

mercoledì 23 novembre 2011

le strade di Roma

Non riesco a capire perché quando qualcuno viene a Roma pensa che chi abita qui conosca tutte le strade, tutte le piazze, tutte le linee degli autobus, tutti i negozi ristoranti osterie bar locali sarti ciabattini fruttivendoli edicole oltre che tutti i palazzi giardini parchi chiese cappelle cattedrali biblioteche.

martedì 22 novembre 2011

dove vanno tutti

I gatti che stanno sotto casa mia, quelli che aspettano la signora Rumor del settimo piano per il cibo, quei gatti che stazionano quasi tutto il giorno proprio nell'aia di fronte al portone di casa, dove vanno quando piove?, mi sono chiesto oggi quando ho visto che pioveva e che non c'erano i gatti. E i vecchi? I vecchi che stazionano nel parco accanto a casa mia, dove vanno quei vecchi quando piove?, mi sono chiesto oggi quando ho visto che il parco era vuoto. I vecchi li ho visti quasi tutti al bar, i gatti non li ho proprio visti.

lunedì 21 novembre 2011

fretta

L'altro giorno un mio amico mi ha detto  che ormai la fretta è una cosa che non ci si capisce più nulla, che tutti hanno fretta, che si mangia in fretta, che si pensa in fretta e che si parla in fretta. Poi mi ha detto, ora vado che sono di fretta.

domenica 20 novembre 2011

perché è così e basta

Davanti a casa mia, quando stavo a Mainz, due volte alla settimana c'era un grande mercato, e proprio davanti alla porta di casa c'era un furgone con una bancarella piena di formaggi. Quasi fosse stato normale, per molto tempo gli passai accanto con indifferenza; sarà l'arroganza dello svizzero che per un verso conosce i formaggi stanieri, per esempio quelli francesi, per l'altro, parte dal presupposto che solo gli svizzeri se ne intendano davvero di formaggi. Perché? Perché è così e basta.
Peter Bichsel, Quando sapevamo aspettare, Comma22, 2011

sabato 19 novembre 2011

se passa

Se passa una bellezza che va di fretta
non hai l'anima nera, per non averla stretta.
Tu guardi al cielo vedere nella prima
sera. Passata è la Bellezza in bicicletta.
Sandro Penna, Poesie, Garzanti, 2000

venerdì 18 novembre 2011

ho pensato

Ho pensato che se una mi manda una poesia di Chlebnikov forse è la donna della mia vita ma nessuna mai mi manda poesie di Chlebnikov e allora ho provato io a mandarne una ma non ho avuto nessuna risposta. Ho pensato che abbiamo diverse valutazioni delle poesie di Chlebnikov

giovedì 17 novembre 2011

senza alzare lo sguardo

Senza alzare lo sguardo, senza un'interruzione né un punto fermo, e sempre come fissando il centro della Terra, Amelie aveva reso così la sua concitata confessione, interrompendo quella solfa soltanto qualche volta per bruciante vergogna o per un guizzo di ironia.
Franz Werfel, Una scrittura femminile azzurro pallido, Adelphi, 2008

mercoledì 16 novembre 2011

spesa

Ieri sono andato a fare la spesa che mi sembrava di dover comprare tutto il Todys superdiscount viste le idee che mi erano venute mentre percorrevo la Tiburtina a tutta velocità. Ma la troppa velocità mi deve aver confuso perché poi mi sentivo molto spaesato al Todys superdiscount e non ho comprato nulla. La prossima volta vado piedi.

martedì 15 novembre 2011

qui dove scrivo

Qui dove scrivo sono circondato dai libri. Pochi di questi libri li rileggerò, molti non li ho mai letti...ma ho bisogno di loro. Non contengono solo mondo e mondi. Sono anche pieni di parole. Forse comprendono tutte le parole della lingua tedesca. Quante parole ho in testa? Dovrei farne un indice? "Voi parole, forza, seguitemi!" Così inizia una delle più belle poesie di Ingeborg Bachmann. Parole, parole...possono condurre alla pazzia. Ogni mattina cerco di domarle e le rinchiudo, incrociandole, nelle caselle.
Peter Bichsel, Quando sapevamo aspettare, Comma22, 2011

lunedì 14 novembre 2011

buongiorno caro

Buongiorno caro o carissimo o dottore, il solito? Certo che con quella bici fai prima che in macchina. Certo che su al Nord usate molto più la bici, ma come fate a usare la bici? Qui non si può usare la bici. Mi mette una gioia ogni volta che vedo la bici, penso sempre ai miei partenti al Nord. E', sono cose belle.
 

domenica 13 novembre 2011

oggi è domenica

Quindi spezzatino di vitello, purè di patate, verdure, insalata. Lo spezzatino bianco, cucinato il giorno prima, rosolato e lasciato andare per ore a fuoco lento, condito, curato e assaggiato - pepe in grani, cipolla, aglio. Carote, sedano, porro; la purea di patate fatta in casa - un bell'impegno cucinare così, quasi come per un banchetto. E invece sono solo e cucino soltanto per me. Ma è domenica e di domenica ci vuole un pranzo domenicale, un piatto curato, che si presenti bene, una bella tovaglia: è domenica.
Peter Bichsel, Quando sapevamo aspettare, Comma22, 2011

sabato 12 novembre 2011

cose utili

Ieri ho pensato che avrei dovuto fare qualcosa di utile ma non sapevo cosa. Ho passato tutta la mattina a pensare alla cosa più utile da fare ma non mi veniva in mente nulla. Allora ho chiamato un po' di persone chiedendo cosa ci fosse di utile da fare e mi sono arrivate alcune buone idee ma non mi sembravano poi ottime idee e alla fine non ho fatto nulla perché volevo fare qualcosa che fosse davvero utile.

venerdì 11 novembre 2011

grazie

La signora del Bim Bum Bar dice la parola grazie almeno un milione di volte al giorno.. Oggi, per esempio, sono entrato e ho detto, Un caffè, grazie. Grazie a te mi ha risposto. Quando ha messo il caffè sul bancone ho detto, Grazie. Grazie a te mi ha risposto. Quando poi mi ha dato il resto di venti centesimi ho detto, Grazie. Grazie a te mi ha risposto.

giovedì 10 novembre 2011

non sapersi orientare

Non sapersi orientare in una città non significa molto. Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta. I nomi delle strade devono parlare all'errabondo come lo scricchiolio dei rami secchi, e le viuzze del centro gli devono scandire senza incertezze, come in montagna un avvallamento, le ore del giorno.
Wlater Benjamin, Infanzia berlinese, Einaudi, 2007

mercoledì 9 novembre 2011

oggi

Oggi, quando sono uscito di casa ho pensato, Guarda te, è Novembre e ancora fa caldo. Poi ho preso la bici e sono arrivato in ufficio. Mentro parcheggiavo un signore si è avvicinato e mi ha detto, Ma come? In bici anche con questo freddo?

martedì 8 novembre 2011

il bambino

Il bambino di cinque anni era seduto al tavolino e mangiava un gelato enorme e aveva la bocca molto sporca di gelato e di certo si sarebbe sporcato anche la maglietta e poi i pantaloni con quel gelato e mi guardava con la sua pistola finta sulla destra e il suo fucile finto sulla sinistra.

lunedì 7 novembre 2011

le merendine

Le merendine scure e dall'aspetto straordinariamente denso e umido all'interno della confezione erano Misfatti!: un nome rischioso e polivalente che voleva evocare e parodiare la sensazione di indulgenza/vizio/trasgressione/peccato del moderno consumatore salutista al consumo di un simile snack ipercalorico.
David Foster Wallace, Oblio, Einaudi, 2004

domenica 6 novembre 2011

diogene

Un ricco quando vuole;
un povero quando può.

sabato 5 novembre 2011

erano arrivate

Erano arrivate le belle giornate. Belle di sole e di ventofresco che si posava sugli accaldati visi, belle per uscire, belle per venire verso il mare, belle per indossare camicie e superga, jeans scoloriti e andarsene in giro annusando gli odori della primavera, gli odori dei gerani, di peperoni e melanzane fritte che uscivanod dai cortili e dai condomini delle case una sull'altra, una a ridosso dell'altra, odori su odori, gente su gente, primavere su primavere.
Peppe Lanzetta, Un messico napoletano, Feltrinelli, 1994

venerdì 4 novembre 2011

ieri pomeriggio

Ieri pomeriggio un bambino al Pigneto mi ha detto che lui va tutti i fine settimana alle attività organizzate dal WWF. Mi ha detto che ci va vestito da cacciatore e con il suo fucile finto e con la sua pistola finta. Mi ha detto che il mondo è pieno di contraddizioni, il bambino di cinque anni.

giovedì 3 novembre 2011

nell'anno

Nell’anno che ho passato a Roma non sono mai uscito dal raccordo se non per andare nella città del nord da cui provengo oppure per andare in vacanza. Da Roma non c’è nessun bisogno di uscire, pensavo. E, a dirla tutta, non avevo voglia di muovermi fuori città, non mi è mai importato dei castelli né del lago di Martignano meta di pellegrinaggio di tutti i romani, e io che ho sempre odiato i pellegrinaggi non mi sono mai lasciato convincere. Mi bastavano i parchi, l’Aniene, Villa Pamphili, ogni tanto Villa Borghese, Villa Torlonia. Ho passato un numero incalcolabile di pomeriggi nei parchi romani a non fare nulla, se non leggere, guardare la gente che passava, stare lì e basta, con un paio di birre nella borsa.

mercoledì 2 novembre 2011

L’importante è muoversi a piedi, ovunque, e con qualsiasi condizione atmosferica, anche nelle città enormi, anche nelle peggiori periferie delle peggiori città. L’importante è tenere sempre in mente la distinzione tra camminare e passeggiare. Non credo di aver mai fatto una passeggiata, odio il verbo passeggiare, non significa nulla, non dà senso all’azione. Non sono mai riuscito a spiegare a Giovanna che non passeggio, che non faccio una passeggiata. Non sono mai riuscito a spiegare a Giovanna che io cammino.

martedì 1 novembre 2011

tutti i santi

Quasi tutti, mi viene da dire.

lunedì 31 ottobre 2011

con tutti

Con tutti i furgoncini dell'ama che ci sono a Roma mai avrei pensato di ritrovare il furgoncino sul quale mi ero schiantato con la bici. L'autista era lo stesso e sulla fiancata del furgoncino non c'erano i segni dello schianto, forse non ci sono mai stati quei segni, o forse quello non ero lo stesso furgoncino, ma di certo l'autista lo era. Questa volta non mi sono schiantato, sono riuscito a frenare prima.

domenica 30 ottobre 2011

come tutti gli altri

Come tutti gli altri funzionari dello Stato di grado elevato, il capodivisione non temeva i signori ministri in particolare considerazione. Questi ultimi cambiavano di continuo, infatti, in base ai giochi di forza politici, mentre lui no, lui e i suoi colleghi restavano al loro posto. I ministri, portati alle stelle dai partiti per poi essere spazzati via da questi stessi partiti, somigliavano perlopiù a poveri naufraghi aggrappati disperatamente alle zattere del potere. Non avevano né la giusta visione per comprendere i labirintici iter del lavoro ministeriale né la giusta sensibilità per le sacre regole della burocrazia fine a se stessa.
Franz Walser, Una scrittura femminile azzurro pallido, Adelphi, 2008

sabato 29 ottobre 2011

il posteriore del cammello

Lo sguardo vitreo dello stanco lettore che si soffermasse per un istante sul titolo di cui sopra presumerà che sia meramente metaforico. Le storie sui vasi che traboccano, le monete che tornano a galla e le scope che spazzano bene raramente hanno a che fare con gocce e vasi o monete false o scope nuove. Questa storia fa eccezione. Ha a che vedere con il posteriore di un cammello, reale, visibile e a grandezza naturale.
Francis Scott Fitzgerald, Racconti dell'età del jazz, Minimum fax, 2011

venerdì 28 ottobre 2011

libertà

La libertà è una forma di disciplina, così L. Quale forma?, ho pensato, ma era troppo tardi e L. era già andato via, e poi, ho pensato, disciplina. La libertà è una forma di disciplina mi sono ripetuto. Non ho ben capito cosa volesse dire L. ma lo penso anch'io.

giovedì 27 ottobre 2011

caro carissimo

Oggi finalmente è successo. La barista del Bim Bum Bar non mi ha chiamato caro, non mi ha chiamato carissimo, ciccio, capo, grande capo. Oggi la signora del Bim Bum Bar mi ha chiamato dottò.

martedì 25 ottobre 2011

sempre al bar

Ho appuntamento con Carlo al bar che si chiama 'Il bar'.
Arriva in leggero ritardo e secondo me un po' sbronzo, anche se, come dice lui, dissimula bene. Ci sediamo fuori così la signora non ci può fare nessuna domanda visto che la signora del bar che si chiama 'Il bar' non esce mai da dietro il bancone ma manda il suo aiutante.
Come va?, gli chiedo.
Bene, molto bene, mi dice, in questa città va sempre molto bene.
E allora perché sei sempre ubriaco?, gli chiedo.
Non sempre, mi risponde con calma, spesso. C'è una differenza enorme. Cosa beviamo?
Due bianchi, dico.

lunedì 24 ottobre 2011

Leonida

Leonida si chiamava proprio Leonida. Per quel nome opprimente non meno che eroico poteva dir grazie a suo padre, che a parte questa eredità, da povero insegnante di ginnasio quale era, non gli aveva lasciato altro che un'intera collezione di classici greci e latini, nonché dieci annate dei "Tubinger altiphilologische Studien".
Franz Werfel, Una scrittura femminile azzurro pallido, Adelphi, 2008

domenica 23 ottobre 2011

Marcello aveva imparato

Marcello aveva imparato presto a scappare dall'ufficio e godersi l'ora d'aria. Si concentrava sugli sguardi delle persone: com'erano diversi da quelli che vedeva in periferia. In centro nascondevano una disponibilità, non un disagio. La linea del trucco segnava gli occhi, non la deformava. Anche i corpi mutavano. La camminata aveva un ritmo marcato, non subiva scosse impreviste. [...] Però man mano, giorno dopo giorno, quel godimento per l'inifinita serie di sguardi che il mondo gli concedeva era diventato frustrazione, perché non c'era un solo sguardo che lui potesse davvero possedere.
Antonio Pascale, La manutenzione degli affetti, Einaudi, 2003

sabato 22 ottobre 2011

stupefacente

Stupefacente! - esclamò l'inatteso interlocutore, e, gettata intorno un'occhiata furtiva, e smorzando la voce già bassa, disse: - Vogliano scusare la mia insistenza, ma mi sembrerebbe di aver capito che, oltre tutto, loro non credono in dio -. I suoi occhi presero un'espressione spaventata, ed egli aggiunse: - Giuro che non lo dirò a nessuno!
Michail Bulgakov, Il Maestro e Margherita, Einaudi, 1996 

venerdì 21 ottobre 2011

ieri e oggi

La pioggia di ieri ha bloccato Roma, oggi c'è il sole e Roma è bloccata, sabato c'era una manifestazione e Roma era bloccata. Domani? Vediamo.

giovedì 20 ottobre 2011

roma

Eppure se ripenso a quegli anni non riesco a mettere a fuoco che pochissimi volti, pochissimi fatti perché Roma ha in sé una ebbrezza particolare che brucia i ricordi. Più che una città è una parte segreta di voi, una belva nascosta. Con lei niente mezze misure, o un grande amore o ve ne dovete andare perché questo la dolce belva richiede, essere amata. Questo è il solo pedaggio che vi verrà imposto da qualunque parte veniate, dalle verdi, inerpicate strade del Sud, dagli altalenanti rettilinei del Nord o dagli abissi della vostra anima.
Gianfranco Galligarich, L'ultima estate in città, Aragno, 2010

mercoledì 19 ottobre 2011

la signora

Ieri la signora del Bim Bum Bar era molto indignata e mi ha chiesto se anche io fossi indignato. Per cosa è indignata?, ho chiesto alla signora del Bim Bum Bar. Non lo so, mi ha risposto, così in generale. Ho capito, ho detto. Allora no, ho continuato, io non sono indignato così in generale.

martedì 18 ottobre 2011

lo Stato

Lo Stato ci offriva un'altra occasione d'incontro, qualcosa che i cittadini di un Paese capitalista non riuscirebbero nemmeno a immaginarsi: la ocered (fila). Stare in fila è un modo di essere, una delle sfaccettatture dell'essere umano comunista, è il sentimento comunista dell'essere.
Vasile Ernu, Nato in URSS, Hacca, 2010

lunedì 17 ottobre 2011

ma l'uomo

Ma l'uomo è tanto incline alla sistematicità e alla deduzione astratta che è pronto a deformare premeditatamente la verità, pronto a chiudere occhi ed orecchi, pur di giustificare la propria logica.
Fedor Dostoevskij, Memorie del sottosuolo, Einaudi, 2002

domenica 16 ottobre 2011

oggi è domenica

E oggi - dopo la lunga, faticosa, giornata di preparativi di ieri - niente

sabato 15 ottobre 2011

sabato

Oggi è sabato e bisogna preparsi per la domenica. Ora mi preparo per domani ma non so bene cosa farò domani ma domani devo fare qualcosa, tutti fanno qualcosa la domenica - credo la preparazione sarà molto lunga, non è facile organizzare il niente che vorrò fare domani.

venerdì 14 ottobre 2011

un'operaia

Un'operaia scarmigliata e vacillante, logora, stremata, che in quel momento veniva avanti con passo visibilmente stanco e svigorito e tuttavia frettoloso, avendo evidentemente una quantità di faccende ancora da sbrigare, mi richiamò alla mente tante signorinette o piccole studentesse viziate, che spesso hanno l'aria di non sapere con quali eleganti occupazioni o raffinate distrazioni passar la giornata; e forse non sanno che sia un'onorata stanchezza, e pensano per giorni e per settimane come fare per accrescere lo splendore della loro immagine, e hanno tutto il tempo che vogliono per abbandonarsi a complicate meditazioni su ciò che potrebbero escogitare per avvolgere le loro persone, le loro figurette dolci e inzuccherate, in sempre più esagerate e morbose squisitezze.
Robert Walser, La passeggiata, Adelphi, 2010

giovedì 13 ottobre 2011

bar

Devo ancora stabilire se la signora del Bim Bum Bar è più simpatica della signora del bar che si chiama Il Bar, quello che ho capito è che la signora del Bim Bum Bar fa molte domande su quello che ho fatto, su quello che voglio fare e non ha ancora iniziato a chiamarmi ciccio, forse è il caso di tornare al bar che si chiama Il Bar, ho pensato ieri.

mercoledì 12 ottobre 2011

del resto è sempre così

Del resto è sempre così. Uno fa di tutto per starsene in disparte e poi un bel giorno, senza sapere come, si trova dentro una storia che porta dritto alla fine. Quanto a me, avrei fatto volentieri a meno di mettermi in gara, avevo conosciuto gente di ogni genere, gente arrivata e gente che non era neanche riuscita a partire ma tutta prima o poi con la stessa faccia insoddisfatta per cui ero giunto a conclusione che la vita fosse meglio limitarsi ad osservarla, non avevo però fatto i conti con una sfigatissima mancanza di soldi all'inizio della primavera dell'anno scorso. Tutto il resto venne come vengono queste cose, da sè. Sia chiaro subito che non ce l'ho con nessuno, ho avuto le mie carte e le ho giocate. Ecco tutto.
Gianfranco Galligarich, L'ultima estate in città, Aragno, 2010

martedì 11 ottobre 2011

...

Non te ne sei accorto?
Di cosa?
Di tutto quello che è successo.
E cosa è successo?
Niente, non è successo niente.
Ecco perché non mi sono accordo di nulla.

lunedì 10 ottobre 2011

due persone

Due persone attaccarono discorso. Va detto però che uno si impuntava sulle vocali, e l'altro sulle vocali e sulle consonanti. Quando smisero di parlare si ebbe un senso di piacere e di sollievo, come se avessero spento un fornello a petrolio.
Daniil Charms, Casi, Adelphi, 2008

domenica 9 ottobre 2011

quasi rinato II

E pure oggi prendo la bici che tanto è domenica e ci sono meno furgoncini dell'ama di Roma in giro per la città. Me l'ha detto Giorgio, il mio consulente ciclista, che la domenica si può girare traquillamente, mi ha anche detto che oggi le probabilità di schiantarsi contro un furgoncino dell'ama sono bassissime.

sabato 8 ottobre 2011

quasi rinato

Oggi mi sono schiantato con la bici contro un furgoncino dell’ama. Cavolo. Mi ha tagliato la strada e non ho avuto il tempo di frenare. Mi ci sono spiaccicato contro. Non mi sono fatto nulla ma quelli dell’ama erano preoccupati. E insomma, mi è successa sta cosa che mi ha colpito, che è una cosa scema, se ci penso, spiaccicarsi con la bici contro un furgoncino dell’ama. E dopo aver capito che non mi ero fatto nulla se non aver distrutto la ruota ho pensato e ora che cosa faccio?

E non sapevo che fare, ma nessuno sapeva che fare, e allora questi hanno chiamato i vigili ma poi sti vigili non arrivavano e poi che farebbero i vigili in quella situazione? Nessuno lo sa, penso.

E allora io che ero felice perché non mi avevano ucciso con il furgone ma anche un po’ incazzato, o nervoso, o spaventato oppure tutte ste cose messe insieme, ho pensato di chiamare Giorgio per una consulenza sul da farsi. Consulenza da ciclista a ciclista, mi sono detto.

Giorgio non è  stato di grande aiuto come informatore ma di grande aiuto per il morale, almeno così mi è parso.

Insomma alla fine mi rompo e me ne voglio andare a casa e anche il signore dell’ama che mi ha investito se ne vuole andare a casa. E allora mi dice, pago io la ruota.

Va bene dico, e allora lui guarda sul suo I-Phone  e vede quanto costa una ruota e mi dà i soldi per la ruota e io mi sento in imbarazzo e non so che fare e alla fine prendo sti soldi per sta ruota e vado subito dal meccanico a cambiare la ruota e adesso ho una ruota nuova pagata dal signore dell’ama di Roma.
E poi ho pensato che questa cosa la volevo raccontare, ecco. L’ho raccontata.

lunedì 5 settembre 2011

ultimo

Questo blog sta per morire. Ecco. E' morto. Arrivederci e grazie. Fine.

e inoltre

La persona che ho incontrato l'altro giorno al semaforo - quella persona che è l'unica che non avrei mai voluto vedere in questa città e in nessuna altra città del mondo mi ha chiesto: ma con tutte le cose che ci sono da fare in questa grandissima città proprio a questo semaforo ti dovevi fermare?

domenica 4 settembre 2011

in questa città

Che questa città è grandissima, che ci sono un sacco di cose da fare, questo ti dicono tutti di questa città grandissima e piena di cose da fare. E allora ieri vagavo per questa città grandissima con la mia bicicletta senza aver voglia di fare nulla e al semaforo ho incontrato l'unica persona che non avrei mai voluto incontrare in questa città e anche lei non stava facendo nulla come me, nonostante ci fossero molte cose da fare ieri.

sabato 3 settembre 2011

verso settembre

Verso settembre ci sono quei giorni in cui il ritmo della luce naturale, nel giro di una settimana o due, a causa del suo calare, inizia a incrociarsi coi ritmi dell'andare a lavorare e uno inizia a vedere delle cose che nella vita svagata e senza limitazioni sono più difficili da notare.
Ugo Cornia, Roma, Sellerio, 2004

venerdì 2 settembre 2011

e?

E niente.

giovedì 1 settembre 2011

"ventisei e una"

"Ventisei e una" è un buon racconto, il meglio di quel che in genere si pubblica su "Vita", quella rivista da dilettanti. Nel racconto si sente fortemente l'ambiente, odora di ciambelle.
Anton Cechov, Senza trama e senza finale, Minimum fax, 2002

mercoledì 31 agosto 2011

bim bum bar

Da qualche tempo ho deciso di non andare più al bar che si chiama il bar, da qualche tempo vado solo al bim bum bar che trovo, nel nome, molto più interessante del bar che sia chiama il bar, anche se la signora del bim bum bar forse non è gentile quanto l'altra. Forse.

martedì 30 agosto 2011

i minuti

I minuti di tenerezza rubati al lavoro: una semplice parola, una rapida carezza, uno sguardo d'amore; e questi minuti erano tanto dolci, quanto più furtivi. Vivevamo sulle vette, dove l'aria è pura e frizzante, dove ci si adopera per l'umanità, dove il sordido egoismo non potrebbe respirare. Amavamo l'amore che per noi si coloriva delle tinte più belle.
Jack London, Il tallone di ferro, Feltrinelli, 2000

lunedì 29 agosto 2011

e oggi

E oggi che è lunedì non è un gran giorno, dissi alla barista. Certo che non è un gran giorno, il lunedì non può esserlo, mi rispose. E domani?, le chiesi. Domani sarà certamente meglio, disse, per il suo caffè sono ottanta centesini oggi e saranno ottanta centesimi domani, aggiunse.

domenica 28 agosto 2011

gli ascensori

Gli ascensori non arrivano mai, e gli ascensori dell'ospedale arrivano anche più tardi degli altri. Premi il pulsante, quello con la freccia in su, poi quello con la freccia in giù, poi tutti e due contemporaneamente, e tieni premuto, ma l'ascensore non arriva.
Vitaliano Trevisan, Un mondo meraviglioso, Einaudi, 2002

sabato 27 agosto 2011

ma sopratutto

Ma soprattutto una domanda che non farei mai a uno che scrive: perché scrivi? Io la guardo negli occhi azzurri, poi guardo lo scrittore, dunque guardo di nuovo lei, quindi di nuovo lui, e lui, invece di venirmi in aiuto dice: già, volevo chiedeterlo anch'io, ma visto che l'ha chiesto lei...perché scrivi?
Vitaliano Trevisan, Un mondo meraviglioso, Einaudi, 2002

venerdì 26 agosto 2011

e oggi

E oggi, che è venerdì, ci sarebbero un sacco di cose da scrivere, un sacco di cose da dire. Stanno succedendo molte che varrebbe la pena di raccontare, proprio oggi che è venerdì, ho pensato. E allora, scriverò, dirò, racconterò molte cose in questo venerdì di agosto.

giovedì 25 agosto 2011

che niente

Che niente a volte può essere più scardinante di quella oscura faccenda chiamata amore, che sempre gli umani si dividono in giocatori e no anche se non seduti ai tavoli da gioco e che infine - nell'esistenza come a quei tavoli perdutamente verdi  - ogni vittoria finisce per somigliarsi mentre le sconfitte sempre sono diverse l'una dall'altra.
Gianfranco Calligarich, Privati abissi, Fazi, 2011

mercoledì 24 agosto 2011

abbiamo parlato

Abbiamo parlato per due, forse tre ore, ho bevuto un’altra birra, forse un paio, non ricordo nulla delle nostre conversazioni, come non si ricorda nulla di certi sogni dopo il risveglio. La sento ancora quella voce, ce l’ho molto chiara, lo vedo ancora quello sguardo, non ho mai più visto né sentito nulla di simile, solo in quel maledetto locale di San Lorenzo, solo in quella maledetta sera romana, solo in quel preciso momento tutto poteva e doveva accadere.

martedì 23 agosto 2011

tutto è affari

Tutto è affari, in una persona come la padrona. Intellgenza, sentimenti, tutto è soltanto affari. L'affare, insomma, qualunque affare, è il loro unico impulso esistenziale, l'affare è cuore e polmoni in nature del genere.
Thomas Bernhard, Ja, Guanda, 2003

lunedì 22 agosto 2011

in questo vicolo

In questo vicolo molta gente possiede un solo oggetto: chi una camicia, chi un'accetta, chi - ma dove l'avrà scovato? - un piccone. Chi possiede una camicia può impegnarsi come guardia nottura (i guardiani semi nudi non li vuole nessuno).
Ryszard Kapuscinski, Ebano, Feltrinelli, 2001

domenica 21 agosto 2011

con questo caldo

Non posso fare nulla con questo calore, non posso scrivere, non posso parlare, cucinare, leggere, pensare, guardare la tv. Nulla di nulla. Nemmeno scrivere su questo blog posso.

sabato 20 agosto 2011

caldo africano

A Roma fa un caldo che mi par di stare in Africa. Quando stavo in Africa faceva un caldo che mi pareva di stare a Roma.

venerdì 19 agosto 2011

mi piace

Mi piace pasticciare con i miei racconti. Preferisco armeggiare attorno a un racconto dopo averlo scritto e poi armeggiarci di nuovo in seguito, cambiando una cosa qui e una lì, piuttosto che scriverlo la prima volta.
Raymond Carver, Il mestiere di scrivere, Einaudi, 2008

giovedì 18 agosto 2011

ancora da scrivere

Rimangono molte cose, troppe cose ancora da scrivere, ho pensato mentre guardavo i corpi che arrostivano al sole. E rimangono molte cose, troppe cose ancora da leggere. Leggere e scrivere rimangono, nonostante tutto.

mercoledì 17 agosto 2011

il mestiere di scrivere

Verso la metà degli anni settanta, mi sono reso conto che avevo qualche difficoltà a concentrare l'attenzione su opere narrative di una certa lunghezza. Per un po' di tempo ho avuto difficoltà a leggerle, oltre che a cercare di scriverle.
Raymond Carver, Il mestiere di scrivere, Einaudi, 2008 

martedì 16 agosto 2011

ferragosto

Ieri era ferragosto. Un anno fa era ferragosto e tra un anno sarà lo stesso. Non l'ho mica tanto capita sta cosa di ferragosto. Meglio il sedici di ottobre, ho pensato. Quest'anno festeggio il sedici di ottobre. Anche il prossimo anno festeggerò quella data.

lunedì 15 agosto 2011

nell'espressione

Nell'espressione di tutti e due i volti si vedeva un amore forte, giovane, svegliato da poco.
Lev Tolstoj, Anna Karenina, Einaudi, 2002

domenica 14 agosto 2011

chiuso per ferie

Non capisco come fa la gente che non va in ferie quando tutti i negozi del  quartiere sono chiusi per ferie. Io, per l'appunto, non sono in ferie ma i negozi vicino a casa mia sono chiusi. Dove siano andati tutti proprio non lo so, ma, a questo punto, forse anche io dovrei andare in ferie

sabato 13 agosto 2011

e quando

E quando ad Agosto non mi viene in mente nulla da scrivere che cosa scrivo, mi sono domandato. Nulla, mi sono risposto, solo che non mi viene in mente nulla da scrivere.

venerdì 12 agosto 2011

non potrai

Non potrai mai nutrirti ragazza,
di pura poesia,
sarebbe un esplicito
atto di cannibalismo.
Luis Manuel Garcia, L'isola che canta, a cura di Danilo Manera, Feltrinelli, 1998

giovedì 11 agosto 2011

tutto questo sole

A che serve tutto questo sole, mi chiedevo ieri, mentre con altre centinaia di persone prendevo il sole senza tanto capirne la ragione. Perché prende il sole, ho chiesto alla signora sdraiata a quattro centimentri da me. Non lo so, mi ha risposto, ma che domanda è mai questa?
Non lo so le ho risposto.

mercoledì 10 agosto 2011

i soli problemi

I soli problemi che ho dovuto fronteggiare nella mia giovinezza sono stati di ordine interiore. Mi sono accartocciato per via di quei problemi, è vero, ma se Marx fosse vivo oggi direbbe di sicuro che il benessere di una nazione si misura in ragione del numero di squinternati frustrati e ragazzine anoressiche che lo abitano.
Tommaso Pincio, Cinacittà, Einaudi, 2008

martedì 9 agosto 2011

tutte le strade

Tutte le strade portano a Roma, mi hanno detto, fin da bambino. È da quando sono bambino che non capisco cosa questo significhi. È da quando sono bambino che continuo a percorrere strade che portano ovunque, non solo a Roma. A Roma ci sono arrivato senza prendere nessuna strada a caso e guardando attentamente le mappe.

lunedì 8 agosto 2011

e non me ne vado

E non me ne vado, dissi, non l'ho fatto allora e adesso non ha più nessun senso. Ma da qui, dissi alla giovane attrice, bisogna andarsene. Non c'è niente da fare: se vuoi avere una possibilità devi andartene, tutto sottolineato.
Vitaliano Trevisan, Grotteschi e arabeschi, Einaudi, 2009

domenica 7 agosto 2011

ora voglio raccontarvi

Ora voglio raccontarvi, signori, sia che desideriate o non desideriate sentirlo, perché non ho saputo diventare nemmeno un insetto. Vi dirò solennemente che molte volte ho voluto diventare un insetto. Ma perfino in quello non sono stato degno.
Fedor Dostoevskij, Memorie del sottosuolo, Einaudi, 2002

sabato 6 agosto 2011

quando torno

Quando torno in quella città, quella città mi sembra cambiata. Le persone che abitano quella città mi sembrano cambiate. Io, in quella città, mi trovo cambiato. Quando me ne vado, quella città mi sembra uguale come mi sembrano uguali le persone che la abitano. Io, non lo so.

venerdì 5 agosto 2011

non fu affatto male

Non fu affatto male, in primi tempi, malgrado non fosse granché come vita. Da fuori sarebbe potuta apparire squallida, ripetitiva e senza ambizione, ma a me piaceva. A che mi servivano le ambizioni? Non ero mica più un ragazzino. Avevo raggiunto la fase matura dell'esistere in cui il presente basta e avanza.
Tommaso Pincio, Cinacittà, Einaudi, 2008

giovedì 4 agosto 2011

e così

E così ci comportiamo: umilmente ma con totale fiducia. Siamo tutti, senza eccezzione, un poco energici, perché la meschinità e la ristrettezza in cui viviamo ci spingono a credere fermamente nelle poche conquiste che abbiamo raggiunte. Ciò che ci dà fede in noi stessi è la nostra modestia. Se non avessimo fede in nulla, non sapremmo quanto poco contiamo.
Robert Walser, Jakob von Gunten, Adelphi, 2007 

mercoledì 3 agosto 2011

sguardo

Quel ragazzo aveva uno sguardo vuoto, o forse era uno sguardo riempito di vuoti pensieri che gli davano una certa sensazione di appagamento, pensieri vuoti che non riusciva a esprimere.

martedì 2 agosto 2011

leggo il vangelo

Leggo il Vangelo. Ma ti amo troppo stamattina, quietamente, non piangendo come ieri sera. Distinguo il tuo viso nella fiamma della lampadina a gas. Lo amo più di quanto non lo rispetti. Sono trecento giorni che non lo vedo. I nostri ultimi giorni erano un po' artificiali, non trovi?
Henri-Pierre Roché, Le due inglesi e il continente, Adelphi, 1999

lunedì 1 agosto 2011

senti le voci

Senti le voci?, mi chiese la ragazza alla fermata dell'autobus.
No, non sento le voci, risposi.
Come fai a non sentire le voci?, mi disse. Concentrati, aggiunse.
Va bene, risposi, ora mi concentro per qualche secondo.
Allora?, le senti queste voci?
Sì, ora le sento, grazie, conclusi.

domenica 31 luglio 2011

le conseguenze

Le conseguenze di questi miei atti gravi di rabbia sono state pesantissime come prevedibile e qui le riferitò. Prima di tutto i signori inquilini assai contenti hanno colto occasione per farmi prendere cioè da gendarmi subito giunti ad arrestarmi. Dopo mi hanno interrogato certi agenti di polizia alquanto corputi in ufficio unto mangiando castagne secche e fichi e simili cose indigeste. In quanto sospettavano vari delitti a mio carico e in ispecie pretendevano da me sapere per loro propria curiostità: "Eri l'amante della Voltolina?".
Gianni Celati, Le avventure di Guizzardi, Einaudi, 1973

sabato 30 luglio 2011

quand'egli

Quand'egli si volse a guardarla, ella pure voltò il capo. I scintillanti occhi grigi, che sembravan neri per le ciglia folte, si fermarono amichevolmente, con attenzione sul volto di lui, come se ella lo riconoscesse, e immediatamente si portarono sulla folla che passava, come cercando qualcuno. In questo breve sguardo Vronskij fece a tempo a notare l'animazione trattenuta che balenava sul volto di lei e svolazzava fra gli occhi scintillanti e il sorriso appena percettibile, che incurvava le sue labbra vermiglie. Come se un'abbondanza di qualcosa colmasse talmente il suo essere, da esprimersi al di fuori della sua volontà ora nello scintillio dello sguardo ora nel sorriso. Ella aveva spento deliberatamente quella luce nei suoi occhi, ma essa splendeva a suo malgrado del sorriso appena percettibile.
Lev Tolstoj, Anna Karenina, Einaudi, 1993

venerdì 29 luglio 2011

ho notato

Ho notato che quando ricevo mail di cui non si capisce nulla, mail senza capo né coda, mail con una sintassi che mi mette i brividi, mail pieni di refusi o di errori ortografici, anche se non è facile distinguere i due casi, insomma, ho notato che quando ricevo queste mail tendo a rispondere con mail di cui non si capisce nulla, mail senza capo né coda, mail con una sintassi che mi mette i brividi, mail pieni di refusi o di errori ortografici, anche se non è facile distinguere i due casi.

giovedì 28 luglio 2011

paranoico

Paranoico. Altra parola che devo cercare sul vocabolario visto come alla NYU la usano tutti. Dal modo in cui questo tizio mi guarda con quel sopracciglio sinistro talmente inarcato che gli arriva quasi all'attaccatura dei capelli posso solo dedurre che mi sta accusando di cretineria ed è inutile tentare di rispondergli se prima non scopro cosa vuol dire quella parola.
Frank McCourt, Che paese, l'America, Adelphi, 2010

mercoledì 27 luglio 2011

i cosiddetti bar dei cinesi

Non avevo mai fatto caso al fatto che a Roma il numero dei cosiddetti bar dei cinesi non è nemmeno lontanamente paragonabile al numero dei cosiddetti bar dei cinesi di Padova.  A Padova ci sono molti più cosiddetti bar dei cinesi e proprio a Padova vengono, solitamente, cosiddetti.

martedì 26 luglio 2011

non scriverò

Non scriverò più, pensai, perché sono un uomo felice e gli uomini felici non hanno motivo di scrivere. Un uomo felice finisce inevitabilmente per scrivere della sua felicità, oppure di un'infelicità che non possiede e non so che cosa sia peggio: se scrivere la propria felicità o l'impropria infelicità, davvero non lo so, ma so che non voglio scrivere nè l'una nè l'altra, pensai [...]
Vitaliano Trevian, Un mondo meraviglioso, Einaudi, 2003

lunedì 25 luglio 2011

pazienza

Nel traffico ci vuole pazienza, alle poste ci vuole pazienza, mentre si aspetta l'autobus ci vuole pazienza, in pizzeria ci vuole pazienza, in ufficio ci vuole pazienza. In questa città c'è un bisogno enorme di pazienza, le persone che abitano in questa città sono educate in quasi tutte le situazioni quotidiane ad avere una quantità di pazienza incalcolabile, le persone che abitano in questa città accumulano pazienza la notte e la utilizzano di giorno.

domenica 24 luglio 2011

oggi è domenica

Oggi è domenica e la domenica si deve decidere cosa fare, le persone decidono di solito qualche giorno prima, telefonano, scrivono, organizzano, pensano, cambiano idea, fanno, vanno in giro, vanno al pranzo della domenica, vanno in gita, qualcuno va a messa, qualcuno va al bar della domenica. Molti comprano le paste della domenica, altri non le comprano invece, perché le prendono il sabato così la domenica non devono andare in pasticceria.

sabato 23 luglio 2011

contro la terribile

Contro la terribile calamità della formica rufa, della formica argentina e delle altre centinaia di specie, non ci fu altro che il pangolino, il mirmecobio australiano e il formichiere maggiore; contro i quali però si dovette adottare la iena macchiata e il licaone. Facevano da spazzini gli avvoltoi, i cani randagi.
Ermanno Cavazzoni, Le tentazioni di Girolamo, Bollati Boringhieri, 1991

venerdì 22 luglio 2011

dal bar a casa


Dal bar a casa sono circa cinquecento metri, mi sembravano infiniti. Iniziavo a odiare quel quartiere. Le periferie delle città sono luoghi orrendi; abbruttirebbe chiunque la periferia della mia città. Di pomeriggio, in giro, ci sono solo persone a cui manca qualcosa. Persone che hanno perso la speranza, persone che ci hanno creduto alla casa popolare, sarà solo per un periodo, poi ce la compriamo in un’altra zona, dicevamo. Purtroppo non è stato così, quelli come noi sono destinati a questi quartieri, a questi lavori, non c’è nulla che si possa fare.