lunedì 28 febbraio 2011

Quando sono disoccocupato devo cercarmi un lavoro, quindi quasi tutte le mattine accendo il computer e, visto che oggi con il computer si può fare tutto, si può certamente anche trovarsi un'occupazione. Apro le mail, zero mail ricevute oppure un sacco di spazzatura. Ricevo proposte di creme o spray che fanno allungare il pisello, di creme o spray che fanno durare di più il rapporto, di creme o spray che mi fanno durare l'erezione per giorni o per settimane intere.

domenica 27 febbraio 2011

L'altro giorno ho visto un gatto che mi guardava in gattesco, un cane che mi guardava in cagnesco e un uomo che mi guardava in umanesco. Dai loro sguardi non ho capito cosa volevano dirmi, ma avrei preferito vedere un gatto che mi guardava in cagnesco, un umano in gattesco e un cane in umanesco.

sabato 26 febbraio 2011

forty years on

ASSISTENTE SCOLASTICA Non so proprio che cosa farà Mr Frankin senza di lei.
PRESIDE  Non lo sa? Primo, abolirà le punizioni corporali. Secondo, abolirà l'obbligo di partecipare alle gare sportive. Terzo, abolirà la leva scolastica. Ecco le tre cose che i professori liberali fanno sempre, signora, appena ne hanno l'opportunità. Credono così di rendere felici i ragazzi sensibili. Ma a quanto mi risulta i ragazzi sensibili sono mai stati felici, perciò che senso ha?
Alan Bennet, Scritto sul corpo, Adelphi, 2006

venerdì 25 febbraio 2011

avevo voglia

Avevo voglia di mangiare cinese e allora mi sono infilato in un ristorante indiano.
Il cameriere sembrava molto africano con una faccia rotonda e appetitosa e con una tipica gentilezza asiatica, che poi non so che cosa sia questa gentilezza o se esista, ma mi piace pensare che ci sia una gentilezza asiatica, il cuoco sembrava abbastanza indiano, i clienti erano abbastanza romani, il prezzi pure. Ho ordinato in italiano, mangiato dei piatti indiani, bevuto della birra indiana, pagato in euro.

giovedì 24 febbraio 2011

l'altro giorno

L’altro giorno ho deciso di andare al mercato dell’Esquilino, vicino a piazza Vittorio. Ora vado al mercato dell’Esquilino, ho pensato, compro del pesce fresco e poi torno a casa e lo faccio al forno. Non so come mai mi è venuta quest’idea di farmi il pesce al forno visto che nella casa dove vivo non c’è un forno ma solo un forno a microonde che non uso perché ho paura delle onde.

mercoledì 23 febbraio 2011

mentre vado

Mentre vado in via Asmara sono spesso felice, quanto torno da via Asmara sono spesso incazzato. In via Asmara 19 abita G. E’ bello pensare di vedere G., sono sempre molto contento di andare in via Asmara 19, mentre poi quando sono lì non vedo l’ora di andare via. Non ho mai capito come mai sono molto contento mentre vado da G. in via Asmara 19 mentre quando sono lì mi prende qualcosa allo stomaco che mi viene da piangere.
Una volta ero così contento di andare da G. che mi sono fermato a comprare dei fiori. Dopo essere stato mezz’ora a casa di G. mi sono ripreso i fiori che avevo portato e li ho regalati a una vecchia che ho incontrato per strada.

martedì 22 febbraio 2011

cupo

Quando di me sarò poi stanco
Mi getterò nel sole d'oro,
Mi vestirò di un'ala strombazzante,
Il vizio mescolerò col sacro.
Sono morto, sono morto, e è sgorgato il sangue
Sulla corazza, un gran torrente.
Sono tornato in me, in altro modo, nuovamente,
Guardandovi con occhio di guerriero.
Velimir Chlebnikov, 47 poesie facili e una difficile, Quodlibet 2010

lunedì 21 febbraio 2011

arriva gente

PRIMO PASSANTE: Alto là!
SECONDO PASSANTE: Hai sentito? Zitto! Laggiù.
PRIMO PASSANTE: Uh! Là! Un rumore. 
SECONDO PASSANTE: E' l'acqua che chiama; è da tanto tempo che non affoga nessuno. Andiamo via, non porta bene stare ad ascoltare.
PRIMO PASSANTE: Uh! Un'altra volta. Come uno che sta morendo.
SECONDO PASSANTE: Che posto lugubre, con questa nebbia, e questo grigio, e il ronzio delle zanzare che sembrano campane rotte. Andiamo via!
PRIMO PASSANTE: Ma no, è troppo chiaro, troppo forte. Da quella parte. Vieni.
Buchner, Woyzeck, Garzanti, 1999

domenica 20 febbraio 2011

ma la mia

Ma la mia ex morosa, che è precisamente la mia ex morosa da due giorni dopo che è morta mia zia, perché prima era soltanto la mia morosa, un bel momento mi ha detto che io non sono più quello di una volta, perché secondo lei ho sepolto i miei valori con mia zia, nella sua tomba a Pieve Pelago. Allora io le ho detto che doveva proprio avere ragione: che anche se prima non ci avevo mai pensato era proprio vero che io avevo sepolto i miei valori con mia zia.
Ugo Cornia, Sulla felicità a oltranza, Sellerio, 1999

sabato 19 febbraio 2011

se le condizioni

Se le condizioni di lavoro virano decise verso la prospettiva del vuoto, se la persona con cui vivo sparisce da un momento all'altro e non so dove sia ma so solo che forse è tutto finito, vorrei lasciarmi andare a una rabbia, un dolore, una ricerca disperata. A una depressione senza freni. Certi sentimenti bisognerebbe viverli fino in fondo.
Francesco Piccolo, La separazione del maschio, Einaudi, 2010

venerdì 18 febbraio 2011

nomentana


Via Nomentana, prendendola da Porta Pia, è quasi tutta in discesa.  Via Nomentana è molto lunga, non so quanto lunga sia, ma sono certo che è molto lunga e molto trafficata, come tutte le consolari, e delle consolari ha anche lo stesso odore. Una laterale di via Nomentana è via Asmara, in via Asmara 19 abita G.  Da casa mia a casa di G. impiego ventidue minuti, da casa di G. a casa mia impiego 31 minuti.

giovedì 17 febbraio 2011

mia nonna


Quando una persona muore è difficile trovare le parole, che poi di solito le parole per i morti sembrano assomigliarsi tutte. E allora, quando è morta mia nonna, mi sono detto no, io non voglio dire le stesse parole che si dicono per gli altri, voglio scrivere e dire qualcosa che nessun altro potrà mai dire e che non è mai stato detto per nessuno e allora mi sono messo a scrivere queste parole. Che poi non è facile scrivere, perché non so mai bene cosa devo scrivere anche se alla fine sto a scrivere quasi tutto il giorno per una cosa o per l’altra.

mercoledì 16 febbraio 2011

una volta

Una volta mi picchiò dappertutto con una scarpa. La faccia e il corpo mi si gonfiarono e si riempirono di lividi. Allora lascia la casa e andai da mio zio. Mio zio di disse che tutti i mariti picchiano le mogli, e la moglie di mio zio aggiunse che suo marito la picchiava spesso. Dissi che mio zio ero uno sceicco rispettabile, ben istruito negli insegnamenti della religione e non potevo aver certo l'abitudine di picchiare sua moglie. Mi rispose che sono proprio gli uomini istruiti in cose di religione che picchiano le mogli.
Nawal al Sa'dawi, Firdaus, Fabbri, 1994

martedì 15 febbraio 2011

guardavo

Guardavo fisso la mappa e pensavo a quanti minuti mi separavano dalla mia destinazione. Calcolai circa tre minuti per fermata quindi quattro fermate facevano esattamente dodici minuti. Ho sempre una paura terribile di sbagliare fermata, per questa ragione odio prendere l'autobus e amo prendere la metro. Quando prendo la metro mi sento un po' più sicuro di me e soprattutto posso evitare più facilmente di chiedere informazioni, posso fare il viaggio solo, senza interagire con le persone che mi stanno accanto, devo solo contare le fermate senza distrarmi, posso starmene in silenzio con il terrore di sbagliare fermata senza trasmettere le mie paure ad altri.

lunedì 14 febbraio 2011

aspetto

Aspetto che arrivino le cinque e mezza, per poi camminare verso la fermata della metro per incontrare lei. Non mi dispiace aspettare, sono abituato ad aspettare, aspetto quotidianamente qualche cosa. Aspetto il treno, aspetto il tram, aspetto una chiamata, aspetto un messaggio, aspetto una e-mail, aspetto che mi venga voglia di cucinare, aspetto che arrivi l'ora di uscire per andare al cinema, aspetto qualcuno che mi deve venire a prendere.

domenica 13 febbraio 2011

la risata

La risata di un idiota per la strada, il re che guarda la sua corona, la donna che volta la testa nell'udire i passi di un uomo, le campane che rintoccano nella torre, l'uomo che cammina sulla sua terra, il tessitore al suo telaio, il bottaio che sistema la sua botte, il Papa che si china in cerca delle sue ciabatte: tutto questo è un sogno. E vi dirò perché lo è: perché questo mondo è stato fatto perché fosse un sogno.
Seumas O'Kelly, La tomba del tessitore, Quodlibet, 2011

sabato 12 febbraio 2011

la mattina del disoccupato

La mattina del disoccupato non è del tutto libera da impegni. Alle dieci e mezza suona il postino e devo aprirgli il portone del palazzo, alle undici e mezza suona Mohamed un senegalese che vende mutande e calzini e che viene a trovarmi tutti i giorni, nonostante abbia la casa piena dei suoi calzini e delle sue mutande. A mezzogiorno esco a prendere il pane, compro anche il giornale con gli annunci di lavoro, poi vado al bar a bere il caffè dove incontro altri disoccupati o pensionati. Faccio due chiacchiere e rientro in casa. Controllo la mail, zero mail in arrivo, nemmeno le massaggiatrici o i venditori di creme per il pisello mi scrivono la mattina, non so per quale ragione questi scrivono sempre di notte.

venerdì 11 febbraio 2011

non sopporto


Non sopporto la gente che ride a sproposito, soprattutto a teatro. Non capisco cosa ci sia da ridere quando Didì e Gogo pensano di impiccarsi, a me viene da piangere mentre ascolto Beckett, e questa platea del cazzo ride e il loro riso cretino insieme all’angoscia di Beckett mi rendono la situazione insopportabile. Voglio andare a casa a leggere Beckett da solo senza tutta questa gente intorno, ma decido di rimanere. Gente che ride senza saperne la ragione, gente che va a teatro per il solo fatto che è abituata ad andare a teatro ma del teatro in generale, e in particolare del teatro di Beckett, non capisce nulla. E forse anche il teatro stesso si è adeguato alle persone che lo frequentano, rendendo tutto ridicolo, perché il pubblico ha bisogno di questo ansiogeno senso del ridicolo e questo il teatro propone e il pubblico esce felice.

giovedì 10 febbraio 2011

patata lessa

Jim Powell era una patata lessa. Per quanto desideri farne un personaggio affascinante, sento che sarebbe disonesto illudervi a proposito. Era una patata lessa fatta e finita, fin dal midollo, al novantanove e tre quarti per cento, ed era cresciuto pigramente durante tutta la stagione delle patate lesse, che poi abbraccia tutte le stagioni, laggiù nella terra delle patate lesse, ben al disotto della linea Mason-Dixon.
Francis Scott Fitzgerald, Racconti dell'età del jazz, Minimum Fax, 2011

mercoledì 9 febbraio 2011

mi fermo

Mi fermo davanti alla vetrina di un negozio di specchi, mi specchio, e guardo attraverso lo specchio le persone che passano dietro di me. In cinque minuti passano trenta persone. 

martedì 8 febbraio 2011

mi piacerebbe

Mi piacerebbe far parte di una famiglia americana, avvicinarmi di soppiatto alla figlia adolescene bionda con gli occhi azzurri di un ufficiale e sussurrarle che non sono come sembro. C'avrò i brufoli, i denti rovinati e due occhi da allarme antincendio ma, sotto sotto, sono esattamente come loro, un'anima linda e pulita che sogna una casa in un sobborgo residenziale con il praticello ben tenuto in cui nostro figlio, il piccolo Frank, se ne va in giro in triciclo e io do appena una scorsa la giornale della domenica come un verò papà americano dopodichè magari potrei lavare e lucidare la nostra Buick nuova di zecca per andare poi tutti insieme a trovare nonno e nonna di Mamma e starcene a dondolare sotto il portico con un bicchiere di tè freddo in mano.
Frank McCourt, Che paese, l'America, Adelphi, 2010

lunedì 7 febbraio 2011

quasi sempre

Ma quasi sempre gli essere umani sono ridicoli, e quasi sempre le opere d'arte sono ridicole, diceva Reger, e lei può risparmiarsi la fatica di ridicolizzarli e ridurli a caricature. Quasi tutti gli esseri umani sono comunque incapaci di ridurre le cose a caricature, essi osservano tutto fino in fondo con la loro aria terribilmente seria, diceva, e non sono neppure sfiorati dall'idea di una caricatura, diceva.
Thomas Bernhard, Antichi Maestri, Adelphi, 2007

domenica 6 febbraio 2011

deve pur esserci

Deve pur esserci un'uscita,
è più che certo.
Ma tu non la cerchi,
è lei che ti cerca,
è lei fin dall'inizio
che ti insegue,
e il labirinto
altro non è
se non la tua, finchè è possibile,
la tua, finchè è tua,
fuga, fuga, -
Wislawa Szymborska, Due punti/Qui, Libri Scheiwiller, 2010

sabato 5 febbraio 2011

la donna di cui sono l'amante

La donna di cui sono l'amante mi parla in continuazione di Fedor Dostoevskij e del suo uomo, e dell'amore del suo uomo per Dostoevskij e di quanto il suo uomo consideri Dostoevskij l'unico grande scrittore che sia venuto su questa terra. Io non la penso come l'uomo della donna di cui sono l'amante, ma resto zitto ad ascoltare quello che mi racconta.
Non conosco Fedor Dostoevskij di persona, so solo che è fidanzato con lei che è anche un po' fidanzata con me che non sono Dostoevskij, non penso di scrivere come lui, di pensare come lui, di essere lui.

venerdì 4 febbraio 2011

di tanto in tanto

Di tanto in tanto scrivo qui dei miei stati d'animo. Ora sono caduto in basso come non mai. Non riesco a pensare a nulla. Vedo sprazzi di luce davanti agli occhi e ho i nervi completamente a pezzi. Senso di completa rovina. Il corpo cadente, il ventre che sporge. Lo stomaco rovinato, la voce rauca. Distrazione e nevrastenia terribili. Non c'è niente che mi interessi. [...] Bisogna lavorare e io non faccio nulla, assolutamente nulla. E non riesco a fare nulla. A volte leggo solo qualche romanzo leggero. Sono pieno di debiti. Devo restituire al più presto diecimila rubli. E non ho un soldo, e non ho alcuna prospettiva di guadagno. Mi vedo andare alla deriva. E non ho energie per lottare. Dio, imploro il tuo aiuto.
Daniil Charms, Casi, Adelphi, 2008

giovedì 3 febbraio 2011

mare

Ieri mentre camminavo mi è venuta voglia di andare al mare e allora sono entrato in un bar e mi sono preso un quartino di rosso. Sono uscito dal bar e mi è venuta voglia di un altro quartino di rosso e allora sono entrato in un'agenzia di viaggi e ho chiesto informazioni per andare al mare la prossima estate. Ho prenotato un pacchetto di una settimana a Ostia. Sono uscito dall'agenzia e sono tornato nel bar a bere un quartino di rosso.

mercoledì 2 febbraio 2011

esco

Esco per andare al cinema senza nessuna voglia di uscire e senza nessuna voglia di andare al cinema, mi fermo in un bar, ordino un bicchiere di vino bianco con un goccio di campari, il barista non capisce, ripeto al barista: un bicchiere di vino bianco con un goccio di campari. A Roma quando si vuole bere un bicchiere di bianco con un goccio di campari bisogna ripeterlo sempre due volte. Bevo il mio bianco macchiato, esco dal bar, penso che non ho nessuna voglia di andare al cinema, torno a casa.

martedì 1 febbraio 2011

nessun post oggi

Non è che uno c'ha sempre delle cose da scrivere, a volte si può anche decidere di non scrivere nulla, di scrivere poche parole, o di scrivere cose senza senso. A volte, l'importante è come si scrive, non cosa si scrive.