Lui: Ma certo. E’ da un po’ che non ti vedo ma non lo so nemmeno io. Sono un po’ preoccupato perché potrei incontrare quella persona.
Lei: quale persona? Il mostro?
Lui: quale mostro? Non conosco nessun mostro.
Lei: non ho detto che conosci mostri. Ti ho solo chiesto se temi di incontrare il mostro.
Lui: Di Firenze?
Lei:no, quello non c’è più. Pensavo al mostro di Lochness.
Lui: ma quello sta dentro al lago. Come faccio a incontrarlo per strada?
Lei: potresti cadere in un lago. Il famoso lago di Firenze
Lui: non ci sono laghi a Firenze. C’è solo il lago di Bilancino, e là dentro c’è di sicuro un mostro, ma io non sono a Firenze o al lago di Bilancino, sono a Roma.
Lei: quindi hai paura di incontrare il mostro di Roma?
Lui: No. Però vorrei incontrarti tra cent’anni.
Lei: E se incontrassi Ron?
Lui: abita a Roma?
Lei: certo.
Lui: certo che si o certo che no?
Lei: certo che certo.
Lui: ti posso richiamare tra venti minuti?
Lei: devi guardare “oltre la siepe”?
Lui: non ci sono siepi davanti a casa quindi non posso guardare oltre.
Lei: potresti immaginarla e guardare oltre.
Lui: è buio ora. Potrei immaginare tutto ma non mi va. Domani ci provo, poi ti dico. Ora voglio guardare Saudade du soleil.
Lei: è già ora? Ah si hai ragione. Ci sentiamo tra venti minuti.
mercoledì 30 maggio 2012
giovedì 24 maggio 2012
il testamento di penni
Penni è nera. Tutta, completamente, nera. E’ la più nera di
tutti e fa cose che sembrano strane.
Penni mangia tutto
quello che trova, scarpe, libri, giornali, lenzuola. Mangia anche croccantini e
riso con carne di manzo. Preferisce il riso con la carne ma in genere non fa
tanti complimenti.
Penni piscia
dappertutto, soprattutto sopra i tappeti, soprattutto appena rientra in casa
dopo che è uscita a fare la passeggiata con la padrona per pisciare. Ma quale
padrona? Penni non ha padroni, è un cane autonomo, Penni scappa appena può e
non torna, se non dopo qualche ora, e appena rientra in casa piscia.
Penni non sta mai ferma, dorme poco, soffre d’insonnia,
gironzola per casa e mangiucchia quello che trova, ogni tanto piscia.
Penni non sta mai zitta. Parla, ha sempre molte cose da
dire, di certo pensa delle cose che noi umani non siamo in gradi di afferrare,
ma gli altri cani la capiscono benissimo.
E’ nata da qualche parte a Roma da genitori ignoti, è stata
adottata da una famiglia. Tutti si sono subito resi conto che è stata Penni ad
adottare loro.
Penni ama andare al mare ma non fa il bagno, ama andare in
montagna ma preferisce rincorrere le mucche piuttosto che andar per sentieri,
ama la campagna ed è amica delle pecore.
Penni parla, organizza, vede, pensa. E’ diventata sindaco
del parco dove si incontra con gli altri cani, ha lottato per allargare lo
spazio a loro dedicato, ha costretto il Comune di Roma a mettere una fontanella
nuova proprio dentro al parco.
Penni non guida la macchina, si fa accompagnare dalla
padrona, Penni vuole sempre andare da qualche parte, è piena di impegni. Deve
incontrare questo o quello, deve andare a salutare le pecore in campagna o le
mucche in montagna.
Penni vuole costruire un mondo a misura di cane, un mondo
dove i cani possano vivere in pace e possano pisciare dove gli pare. Non è sola
in questa lotta, ha coinvolto almeno venti cani conosciuti al parco.
I padroni iniziano a preoccuparsi. Sanno che Penni la vede
lunga.
Penni non sa scrivere, parla di sé in terza persona e ha
dettato queste parole.
lunedì 21 maggio 2012
ecco
Ecco, pensai, adesso sono un uomo. Avrò avuto quindici, sedici anni, vivevo con il cazzo in mano, in un quartiere operaio. La maggior parte dei condomini erano, come la mia famiglia, terroni trapiantati nella fertile terra del Nord: perfetta carne da capannone di fabbrica, bestie allucinate da dodici ore quotidiane di lavoro, bestie che tornavano a casa solo per mangiare e fottersi, per ingravidare la moglie. Il condominio era come una fica in perenne filiazione, una fica spalancata a cagare figli.
Emanuele Tonon, Il nemico, ISBN, 2009
Emanuele Tonon, Il nemico, ISBN, 2009
mercoledì 16 maggio 2012
tonalità
Lei: Sta iniziando a piovere, te l’ho detto che sarebbe piovuto. Domani
invece ci sarà il sole, che ne dici se invece di stasera ci vediamo domani che
c’è sole. E’ molto meglio vedersi con il sole che con la pioggia, la pioggia mi
mette una tristezza addosso, e pensa che c’è qualche pazzo che dice che la pioggia
è bella, che la pioggia ha un suo perché, ma che cosa vuol dire non lo so, non
l’ho mai capito, è un’espressione che non ha senso, avere un perché, ma che
roba è mai quella? E io odio la pioggia, odio, bagnarmi, odio il grigio.
Lei: Odi il grigio? E che ci fai in una città come questa?
eventi
Tutti organizzano, pensano, partecipano, vivono, vorrebbero organizzare, si presentano, chiacchierano - di eventi, meglio se presenti in facebook. Questa cosa degli eventi in facebook sta diventando davvero insopportabile. Tanti, tantissimi eventi, sembra che tutti abbiamo solo eventi per la testa. Anche io.
giovedì 10 maggio 2012
martedì 8 maggio 2012
fidati
Fidati, non è come sembra.
Non sembra nulla di che. E' una rotatoria.
Certo che lo è, ma dove vedi strade che non si incontrano seguimi e resterai sorpresa.
Ma sorpresa di cosa?Nello scoprire che si incontrano? Che poi non si
possono incontrare.... Mah, sorpresa addirittura, sinceramente non mi
interessa granché, sono strade.
E' qui che ti sbagli. Non sono strade. Sono persone.
(...)
E' qui che ti sbagli. Non sono strade. Sono persone.
(...)
martedì 1 maggio 2012
primo maggio
Il potere logora chi non ce l'ha, diceva quello. Anche il lavoro logora chi non ce l'ha, ma anche chi ce l'ha. Il lavoro e il non lavoro logorano. In modo diverso, pensavo ieri, ma questa parola logora mi sembra che stia bene insieme alla parola lavoro, in quasi tutti i casi. E la parola logora non è una bella parola.
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