"Fra poco rivoluzzioniamo tutto er mondo!", proclamò Ninnarieddu, "rivoluzzioniamo er Colosseo, e San Pietro, e Manhattan e er Verano e li Svizzeri e li Giudii e san Giuvanni..."
"...e tutte cose!", strillò dal basso, saltando, Carulina.
"E famo un ponte aereo Holliwood-Parigi-Mosca! E ce sbronziamo de whisky e de vodka e li tartufi e er caviale e le sigarette estere. E viaggiamo sulle Alfa da corsa e sul bimotore personale..."
Elsa Morante, La Storia, Einaudi, 1974
giovedì 22 novembre 2012
mercoledì 21 novembre 2012
martedì 13 novembre 2012
che poi
Che poi, pensavo ieri, ogni tanto sembra quasi bello andare in ufficio come a volte sembra quasi bello quando fuori piove ma poi queste due cose, andare in ufficio e la pioggia, diventano talmente noiose che mi chiedo come posso aver pensato che erano quasi cose belle.
giovedì 8 novembre 2012
sono un impiegato
Sono un impiegato, un impiegato di concetto che vive nella capitale della spesa improduttiva ricevendo un trattamento adeguato all'incommensurabilità della mia concettosa prestazione. Flaiano diceva: Si viene a Roma in cerca di un lavoro, poi si trova un impiego. Così è accaduto anche a me, e nel periodo dal boom al crack ho capito cosa voleva dire Flaiano, anzi ne ho fatto esperienza. Voleva dire che un impiego è diverso da un lavoro, è qualcosa di molto più sottile e inclassificabile. Roma è prevalentemente una città di impiegati che non hanno trovato un lavoro e che lo Stato mantiene in cambio di prestazioni incontrollabili.
Raffaele La Capria , Contro Roma, Bompiani, 1957
Raffaele La Capria , Contro Roma, Bompiani, 1957
martedì 6 novembre 2012
confesso
Confesso di essere per natura più incline all'ozio che al lavoro; ma di tanto in tanto, visto che la meditazione non rende più dell'ozio, non potevo non cercare - per certe mie difficoltà di cassa - quello che si dice un impiego.
Heinrich Boll, Racconti umoristici e satirici, Bompiani, 2010
Heinrich Boll, Racconti umoristici e satirici, Bompiani, 2010
giovedì 1 novembre 2012
io me ne sono rimasto
Io me ne sono rimasto sulla piattaforma del vagone in assoluta solitudine e in assoluta perplessità. Non è che si trattasse tanto di perplessità, quanto piuttosto di quella angosciosa paura che trapassa nell'amarezza. In fin dei conti, che il diavolo se li porti, mettiamo pure che io sia una gentile pellegrina o un tenente, ma perché fuori dal finestrino era così buio, ditemi un po', voi di grazia? Perché fuori dal finestrino era buio pesto se il treno era partito al mattino e aveva percorso cento chilometri esatti?...Perché?...
Venediky Erofeev, Mosca Petuski e altre opere, Feltrinelli,2003
Venediky Erofeev, Mosca Petuski e altre opere, Feltrinelli,2003
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