Questa mancanza di semplicità, quasi di lucidità, era tipica. Il senso dell'agio - ed era probabilmente la cosa più grave - gli mancava in modo crudele. Non agio materiale, obiettivo, ma una certa disinvoltura, una certa distensione. Tendevano a essere eccitati, contratti, avidi, quasi gelosi. Il loro amore per lo star bene, per lo star meglio, si risolveva il più delle volte in uno sciocco proselitismo: allora discorrevano a lungo, con gli amici, sulle virtù di una pipa o di un tavolino, ne facevano oggetti d'arte, pezzi da museo.
Perec, Le cose, Einaudi, 2011
sabato 30 aprile 2011
venerdì 29 aprile 2011
l'aeroporto
L'aeroporto del posto oceanico in cui sono stato si chiama Aeroporto Internazionale ma mi ha molto ricordato la stazione dei treni di Marradi sull'appenino o di Mira-Mirano, o di qualsiasi altro microscopico paese in cui sono capitato. Solo che nelle piccole stazioni in cui sono stato non c'erano delle persone nere che mi controllavano i documenti e che mi chiedevano quanto tempo stavo lì e per quali ragioni, e dove avrei dormito e l'indirizzo esatto di dove avrei lavorato e tante altre cose che nessuno mi aveva mai chiesto prima.
Fuori dalle piccole stazioni in cui sono stato non c'erano decine o forse centinaia di persone nere che aspettavano qualcosa anche se non ho capito cosa, e stavano lì e mi guardavano e io guardavo loro e pensavo ma che c'avranno questi da guardarmi e questi pensavano ma che cazzo guardi stronzo bianco. Non mi sono mai sentito uno stronzo bianco come quando sono uscito dall'aeroporto internazionale della città in cui sono stato.
Fuori dalle piccole stazioni in cui sono stato non c'erano decine o forse centinaia di persone nere che aspettavano qualcosa anche se non ho capito cosa, e stavano lì e mi guardavano e io guardavo loro e pensavo ma che c'avranno questi da guardarmi e questi pensavano ma che cazzo guardi stronzo bianco. Non mi sono mai sentito uno stronzo bianco come quando sono uscito dall'aeroporto internazionale della città in cui sono stato.
giovedì 28 aprile 2011
secondo ragione
Secondo ragione, dovrei ritenere d'esser morto; e tuttavia non ho memoria di quella lancinante decomposizione, l'opaca decadenza corporale, nè dalle smanie interiori, terrori e speranze, che dicono accompagnino il percorso verso la morte; ma sì remmento una tal quale aridità e del corpo e della mente; una neghittosità taciturna, un continuato distogliermi da pensieri gravi, per indugiare su immagini tra povere e sordide, quasi giocherellassi con le sfrangiate nappe dei miei terrori.
Giorgio Manganelli, Antologia privata, Rizzoli, 1989
Giorgio Manganelli, Antologia privata, Rizzoli, 1989
mercoledì 27 aprile 2011
annarella
Lasciami qui
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
Finita...
Lasciami stare
Lasciami così
Non dire una parola che
Non sia d'amore
Per me
Per la mia vita che
E' tutto quello che ho
E' tutto quello che io ho e non è ancora
Finita
Finita...
CCCP
martedì 26 aprile 2011
non avrei mai pensato
Non avrei mai pensato - in un volo da Istanbul a Roma, nel giorno di Pasqua, alle otto di mattina - di incontrare tanta gente. Non avrei mai pensato che in quel maledetto volo avrei incontrato un gruppo di cinquanta cinesi in gita eccitati, felici, rumorosi, e non avrei mai pensato che mi avrebbero assegnato il posto proprio in mezzo a cinquanta cinesi in gita, eccitati, felici, rumorosi. Non prenderò mai più un volo da Istanbul a Roma, il giorno di Pasqua, alle otto di mattina.
lunedì 25 aprile 2011
ho sempre pensato
Ho sempre pensato che io cerco un salario e non un lavoro, ho sempre pensato che è del tutto assurdo che se non lavori non ricevi nessun tipo di salario perché è facile capire che anche quando uno non lavora deve comunque pagare l'affitto, deve mangiare, andare al cinema, andare al bar, comprare il giornale, comprare libri, andare a teatro, telefonare agli amici, comprare le sigarette, fare la spesa, dare da mangiare alle gatte, portare dal veterinario le gatte, cambiare la lettiera alle gatte. Queste attività fondamentali per la vita di ogni uomo, di ogni donna e di tutti i gatti e le gatte del mondo non possono dipendere da un lavoro.
Vorrei fare il postino.
Vorrei fare il postino.
domenica 24 aprile 2011
crediamo tutti
Crediamo tutti di conoscere la persona che amiamo. Nostro marito, nostra moglie. E li conosciamo davvero, anzi a volte siamo loro: a una festa, divisi in mezzo alla gente, ci troviamo a esprimere le loro opinioni, i loro gusti in fatto di libri e cucina, a raccontare episodi che non sono nostri, ma loro. Li osserviamo quando parlano e quando guidano, notiamo come si vestono e come intingono una zolletta nel caffè e la guardano mentre da bianca diventa marrone, per poi, soddisfatti, lasciarla cadere nella tazza. Io osservavo la zolletta di mio marito tutte le mattine: ero una moglie attenta.
Andrew Sean Greer, La storia in un matrimonio, Adelphi, 2008
Andrew Sean Greer, La storia in un matrimonio, Adelphi, 2008
sabato 23 aprile 2011
l'attore
Faccio l'attore, mi disse l'attore. Ma la mia arte è oltre l'arte, mi disse. La mia arte cavalca il sogno e lo interpreta, noi dobbiamo solo pensare ai sogni, disse.
Un altro whisky per favore, chiesi al barista.
Oggi gli attori mettono in scena la realtà e noi non ci dobbiamo occupare della realtà mi disse l'attore che fa l'attore e che si sente attore e che indiscutibilmente si comporta da attore anche quando il palcoscenico è il bar che si chiama il bar.
Un altro whisky per favore, chiesi al barista.
E' sempre tutto un sogno, dissi al barista mentre l'attore parlava.
Mi ha offerto il terzo whisky.
Un altro whisky per favore, chiesi al barista.
Oggi gli attori mettono in scena la realtà e noi non ci dobbiamo occupare della realtà mi disse l'attore che fa l'attore e che si sente attore e che indiscutibilmente si comporta da attore anche quando il palcoscenico è il bar che si chiama il bar.
Un altro whisky per favore, chiesi al barista.
E' sempre tutto un sogno, dissi al barista mentre l'attore parlava.
Mi ha offerto il terzo whisky.
venerdì 22 aprile 2011
una volta Wilder
Una volta Wilder aveva imparato, in un corso base di scienze alla Grace Church o a Yale, che la ragione per cui i mammiferi maschi hanno lo scroto retrattile era per proteggere gli organi riproduttivi in situazioni rischiose o dolorose: la foglia acuminata di qualche pianta della giungla, per esempio, poteva colpire la coscia di un animale in corsa e automaticamente i testicoli si ritraevano alla base del tronco. Non era sicuro di aver capito bene - aveva mai bene bene quello che aveva imparato a scuola? - ma l'idea base suona giusta e in ogni caso era proprio quello che gli stava capitando adesso: le palle gli si ritirarono, propriò lì nel bar.
Richard Yates, Disturbo della quiete pubblica, Minimum Fax, 2004
Richard Yates, Disturbo della quiete pubblica, Minimum Fax, 2004
giovedì 21 aprile 2011
sono disoccupato
Sono disoccupato. Ogni tanto mi capita come capita a molti dei miei amici. Negli ultimi anni sono stato lavoratore a tempo determinato, co.co.co., co.co.pro, lavoratore in ritenuta d'acconto, lavoratore stagionale, socio lavoratore in cooperativa, lavoratore interinale, lavoratore a chiamata, lavoratore in nero, ho aperto la partita iva, ho chiuso la partita iva. Ho fatto vari tipi di lavori quasi tutti sottopagati, quasi tutti senza grossa soddisfazione. Non credo di essere portato per il lavoro, come dice il mio amico Gianluca, onestamente non son fatto per lavorare.
mercoledì 20 aprile 2011
non ho
Non ho pensato al fatto che oggi è domenica, mi disse.
Nemmeno io avevo pensato al fatto che, senza ombra di dubbio, era domenica. Non avevo pensato al fatto che la domenica viene prima del lunedì e dopo il sabato.
Non avevo pensato.
martedì 19 aprile 2011
quando si fa una domanda
E' buona educazione - mi hanno insegnato e penso, a volte, non sempre, ogni tanto, una volta su dieci diciamo, così per dare dei numeri - rispondere quando viene posta una domanda. Tuttavia, la buona educazione, mi hanno insegnato e penso, in alcuni rari casi, presuppone una non risposta. A volte ho come l'impressione di avere a che fare con un sacco di persone che non capiscono quando devono rispondere o devono evitare di farlo.
lunedì 18 aprile 2011
la situazione
La situazione dello scrittore è naturalmente asociale, antisociale, contestativa, eversiva, anche con tutti quegli elementi patologici, diciamo quella balbuzie, quella balbuzie scelta, coltivata, quella balbuzie sintattica, accurata, elegante, ma deliberata con cui il discorso con la società viene vissuto e negato contemporaneamente.
Come società vi detesto e come tale voi dovete detestarmi.
Come società voi dovete trovare quel scrivo sgradevole, oscuro, qualche volta divertente ma buffonesco e quando io posso diventare buffonesco voi potete prendermi in modo amichevole, e come amici io vi detesto più ancora che come società, perché voi vi aspettate da me un comportamento gladatorio: ecco, adesso arriva lo scrittore e parla. Nooo...io faccio la scena isterica, io mi alzo e me ne vado.
Giorgio Manganelli, Antologia Privata, Rizzoli, 1989
Come società vi detesto e come tale voi dovete detestarmi.
Come società voi dovete trovare quel scrivo sgradevole, oscuro, qualche volta divertente ma buffonesco e quando io posso diventare buffonesco voi potete prendermi in modo amichevole, e come amici io vi detesto più ancora che come società, perché voi vi aspettate da me un comportamento gladatorio: ecco, adesso arriva lo scrittore e parla. Nooo...io faccio la scena isterica, io mi alzo e me ne vado.
Giorgio Manganelli, Antologia Privata, Rizzoli, 1989
domenica 17 aprile 2011
le persone
Le persone, spesso, fanno delle domande davvero del cazzo. A domande del cazzo si risponde con risposte del cazzo, penso e ho sempre pensato, in questo modo l'interlocutore non rischia nemmeno per un secondo di percepire la stupidità della sua domanda - e non rischia di pensare di essere uno stupido che fa domande del cazzo e che riceve risposte intelligenti.
sabato 16 aprile 2011
sempre al bar che si chiama il bar
Al bar che si chiama il bar ho incontrato una del Wisconsin, era amica di Alabama e anche amica di Oklaoma, Arkansas e Texas, ma quella sera, al bar che si chiama il bar, c'erano solo Alabama e Wisconsin. Io non sapevo dove fosse il Wisconsin e allora lei ha tirato fuori il suo Iphone e mi ha fatto vedere una mappa degli Stati Uniti d'America e mi ha indicato con il dito dove fosse quel posto chiamato Wisconsin. Mi ha detto che il Winconsin è freddo ed è un posto di merda e pieno di tristezza. Anche Alabama mi aveva detto che l'Alabama è un posto di merda e pieno di tristezza, ma non mi ha detto che fa freddo. Meglio Alabama, ho pensato.
venerdì 15 aprile 2011
la scorsa settimana
La scorsa settimana, al bar che si chiama il bar, ho conosciuto una dell'Alabama. Non riuscivo a ricordarmi il suo nome e quindi la chiamavo Alabama e lei, che non riusciva a ricordarsi il mio, mi chiamava RRoma, con due erre. E Alabama mi diceva che RRoma è una città stupenda e mi guardava negli occhi e mi diceva RRoma, e mi prendeva le mani e mi diceva RRoma, e mi abbracciava e mi sussurrava RRoma e io la guardavo negli occhi e le dicevo Alabama, quando mi prendeva le mani le dicevo Alabama e quando mi abbracciava rispondevo Alabama. A un certo punto le ho detto, mi dispiace Alabama ma devo andare che domani è un giorno nuovo e a RRoma si fatica molto. Non era vero, a Roma non si fatica molto.
giovedì 14 aprile 2011
che poi
Come mai, pensavo mentre ero al lavoro, come mai ero così contento di andare al lavoro? Mi sono persino dimenticato di fermarmi al bar a fare colazione, e da due anni, per quarantotto settimane l'anno, tutti i giorni della settimana, dal lunedì al venerdì, più o meno verso le otto e mezzo mi fermo al solito bar a fare colazione.
Ieri no. Sono andato direttamente al lavoro.
Ieri no. Sono andato direttamente al lavoro.
mercoledì 13 aprile 2011
la vecchiaia
La vecchiaia è comunque una sfiga, conseguenza diretta della disgrazia più grande di tutte, cioè essere venuti al mondo, ma in natura essa è uno stato riservato a chi è particolarmente dotato, e probabilmente, proprio in virtù di quelle stesse qualità, per quanto potate dal destino, ha comunque mantenuto forze bastanti per affrontarla.
Vitaliano Trevisan, Tristissimi giardini, Laterza, 2010
Vitaliano Trevisan, Tristissimi giardini, Laterza, 2010
martedì 12 aprile 2011
non v'è letteratura
Non v'è letteratura senza diserzione, disubbidienza, indifferenza, rifiuto dell'anima. Diserzione da che? Da ogni ubbidienza solidale, ogni assenso alla propria o altrui buona coscienza, ogni socievole comandamento. Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile; quante volte gli si è gettata in faccia l'antica insolenza degli uomini utili: "buffone". Sia, lo scrittore è anche buffone. E' il fool: l'essere approssimativamente umano che portà l'empietà, la beffa, l'indifferenza fin nei pressi del potere omicida. Il buffone non ha collocazione storica, è un lusus, un errore.
Giorgio Manganelli, Antologia privata, Rizzoli, 1989
Giorgio Manganelli, Antologia privata, Rizzoli, 1989
lunedì 11 aprile 2011
il bar
Era da tanto che non entravo al bar che si chiama il bar e appena sono entrato la signora mi ha detto, Ciao caro, come stai caro, è da tanto che non ti vedo caro, tutto bene caro, mi sei mancato caro, cosa ti faccio caro, un caffè caro?
No grazie, vorrei un'acqua tonica, ho risposto.
L'acqua tonica è l'ideale con questo caldo caro, la vuoi con la fettina di limone caro?, mi ha chiesto la signora del bar che si chiama il bar.
Sì, grazie, con la fettina di limone, ho detto.
No grazie, vorrei un'acqua tonica, ho risposto.
L'acqua tonica è l'ideale con questo caldo caro, la vuoi con la fettina di limone caro?, mi ha chiesto la signora del bar che si chiama il bar.
Sì, grazie, con la fettina di limone, ho detto.
domenica 10 aprile 2011
e inoltre
"E inoltre", disse il bottaio, "ogni donna che gli sia mai entrata nella testa e ogni donna che ha sposato, anche loro erano un sogno. Te lo dico io, Nan, ed è questo che ho da dire sul tessitore. La sua vita è stata un sogno, e anche la sua morte è un sogno. E la sua vedova, lì, pure lei è un sogno. E questo mondo intero lo è. Mi hai sentito, Nan, questo mondo è tutto un sogno"
Seumas O'Kelly, La tomba del tessitore, Quodlibet, 2001
Seumas O'Kelly, La tomba del tessitore, Quodlibet, 2001
sabato 9 aprile 2011
mezze stagioni
Non ho nulla da scrivere sulle mezze stagioni, non ho mai ben capito cosa siano e non ho nemmeno capito quante dovrebbero essere le mezze stagioni. Quattro come le stagioni? Otto perché sono mezze? E nei posti dove ci sono solo due stagioni? E allora perché intitolare un post mezze stagioni se non ho nulla da scrivere, sto pensando ora, mentre scrivo e ho pensato anche prima di metterti a scrivere.
venerdì 8 aprile 2011
gli indumenti
Gli indumenti - scarpe, calze, calzoni, camicia, giacca e cappello - non erano nuovi, ma il morto doveva essere press'a poco della mia corporatura. Cioè doveva essere un po' meno alto di me, un po' meno grasso, perché in principio gli abiti non mi andavano bene come alla fine.
Samuel Beckett, Racconti e prose brevi, Einaudi, 2010
Samuel Beckett, Racconti e prose brevi, Einaudi, 2010
giovedì 7 aprile 2011
partire
Prima di partire non mi preoccupo di dove sto andando, non ci penso. Prima di partire penso solo al fatto che devo partire, arrivare, poi ripartire e tornare. Non è importante il luogo, l'importante è partire, arrivare, ripartire e tornare.
mercoledì 6 aprile 2011
lui aveva una teoria
Lui aveva una teoria che se uno guarda fisso negli occhi una donna, lei capisce cosa bolle in pentola; e se non è una cretina ti fa capire che ci starebbe, potendo. Questa è la teoria che il nostro compagno ha tramandato ai posteri. Però andando in giro, anche così vestito, non riusciva a guardarne fissa negli occhi neanche una, giovane o vecchia, bella o brutta che fosse.
Gianni Celati, Un eroe moderno, Quodlibet, 2008
Gianni Celati, Un eroe moderno, Quodlibet, 2008
martedì 5 aprile 2011
una donna
Un donna un giorno mi ha detto, Ti amo molto. Io che non sapevo cosa volesse dire mi sono preso una paura che non mi sono fatto trovare per un mese. Poi ho chiesto a un mio amico cosa volesse dire amare molto e allora ho capito cosa voleva dirmi quella donna e l'ho cercata tanto ma non l'ho più trovata. Forse non mi amava più molto.
lunedì 4 aprile 2011
ieri
Ieri sono andato al cinema a vedere Boris e in sala c'era Nanni Moretti e prima della proiezione hanno fatto vedere il trailer del nuovo film di Nanni Moretti che era in sala con me e ho pensato chissà cosa pensa Nanni Moretti quando vede il trailer del suo film prima di vedere Boris. Non gliel'ho chiesto.
domenica 3 aprile 2011
vado a fare la spesa
Vado a fare la spesa, mi sono detto ieri, vado a fare la spesa e compro tutto il necessario per la settimana prossima. Sono uscito, ho preso la bici, mi sono diretto verso il mercato dell’Esquilino. Non avevo fatto la lista della spesa e mi sono ritrovato al mercato dell’Esquilino senza idee. E’ sempre un problema fare la spesa per la settimana. Ma la settimana prossima non ci sono, ho pensato, quindi non serve fare la spesa. Sono andato a casa e ho preparato la lista della spesa che userò quando torno.
sabato 2 aprile 2011
il luogo di nascita
Il luogo di nascita del romanzo è l'individuo nel suo isolamento, che non è più in grado di esprimersi in forma esemplare sulle questioni di maggior peso e che lo riguardano più da vicino, è egli stesso senza consiglio e non può darne ad altri. Scrivere un romanzo significa esasperare l'incommensurabile nella rappresentazione della vita umana.
Walter Benjamin, Il narratore, Einaudi, 2010
Walter Benjamin, Il narratore, Einaudi, 2010
venerdì 1 aprile 2011
finale di partita
NELL Sì, sì, è la cosa più comica che ci sia al mondo. E ci faceva ridere, ci faceva ridere di cuore, i primi tempi. Ma è sempre la stessa cosa. Sì, è come la barzelletta che ci raccontano troppe volte, è ancora una buona barzelletta ma non ci fa più ridere. Hai altro da dirmi?
NAGG No.
NELL Rifletti bene. Allora ti lascio.
NAGG Non lo vuoi il tuo biscotto? Te lo conservo. Credevo che volessi lasciarmi.
NELL Sto per lasciarti.
NAGG Ma prima non potresti grattarmi un po'?
NELL No. Dove?
NAGG Nella schiena.
NELL No. Grattate contro il bordo.
Samuel Beckett, Finale di partita, Einaudi, 1990
NAGG No.
NELL Rifletti bene. Allora ti lascio.
NAGG Non lo vuoi il tuo biscotto? Te lo conservo. Credevo che volessi lasciarmi.
NELL Sto per lasciarti.
NAGG Ma prima non potresti grattarmi un po'?
NELL No. Dove?
NAGG Nella schiena.
NELL No. Grattate contro il bordo.
Samuel Beckett, Finale di partita, Einaudi, 1990
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