lunedì 27 febbraio 2012

tutti

Tutti dicono che a Milano non c'è mai il sole e che è una città grigia. E' vero, a Milano non c'è mai il sole e è una città grigia. Oggi c'era il sole, non tanto, un po' di sole. Sembrava meno grigia.

venerdì 24 febbraio 2012

per coloro

Per coloro che non conoscono Firenze o che la conoscono poco, alla sfuggita e di passaggio, dirò come ella sia una città molto graziosa e bella circondata strettamente da colline armoniosissime. Questo strettamente non lasci supporre che il povero cittadino debba rizzare il naso per vedere il cielo come di fondo a un pozzo, bene il contrario; a quello strettamente aggiungerò un dolcemente che mi pare tanto a proposito, giacchè le colline vi scendono digradando, dalle più alte che si chiamano monti addirittura e si avvicinano a mille metri di altezza, fino a quelle lievi e bizzarre di cento metri o cinquanta.
Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, Mondadori, 2001

giovedì 23 febbraio 2012

vago

Vago distratto e in uno dei bar della piazza vedo Carlo. Lo osservo un po’ da lontano, è da solo, sta bevendo qualcosa che sembra un pastisse. Dopo il suo lungo soggiorno marsigliese beve praticamente solo pastisse fino alle nove di sera, dopo le nove beve solo scotch, beve di continuo Carlo e quando non beve balla. Balla in qualsiasi luogo, balla con tutte le donne che incontra e le donne che incontra sono contente di ballare con Carlo.

mercoledì 22 febbraio 2012

un detto

Un detto che fa così, a proposito di un nobiluomo che prima non crede in Dio e poi incontra una donna e diventa credente come lei e scrive il suo capolavoro dei Promessi Sposi, che tira più un pelo di quella cosa là che un carro di buoi, come dice un famoso adagio contadino. Io avevo fatto all'incontrario di lui perché prima credevo in tutto e poi non credevo neanche alla mia ombra.
Daniele Benati, Cani dell'inferno, Feltrinelli, 2004

lunedì 20 febbraio 2012

la donna

La donna di cui sono l'amante sta con un uomo, in realtà lei sta con due uomini, uno sono io e mi chiamo Carlo e l'altro si chiama Fedor Dostoevskij, almeno io lo chiamo Dostoevskij perché non so come si chiama e perché legge solo Dostoevskij, pensa di scrivere come lui, pensa di pensare come lui, è una specie di reincarnazione di Fedor Dostoevskij insomma. Queste cose non le ha dette la donna di cui sono l'amante, ma me le ha fatte capire. La donna di cui sono l'amante mi parla in continuazione di Fedor Dostoevskij e del suo uomo, e dell'amore del suo uomo per Dostoevskij e di quanto il suo uomo consideri Dostoevskij l'unico grande scrittore che sia venuto su questa terra. Io non la penso come l'uomo della donna di cui sono l'amante, ma resto zitto ad ascoltare quello che mi racconta.
Non conosco Fedor Dostoevskij di persona, so solo che è fidanzato con lei che è anche un po' fidanzata con me che non sono Dostoevskij, non penso di scrivere come lui, di pensare come lui, di essere lui. Io sono Carlo e scrivo come Carlo, parlo come Carlo, penso come
Carlo, che non è molto ma mi sembra già qualcosa.

venerdì 17 febbraio 2012

e aveva ragione

E aveva ragione. Il tratto distintivo dell'autentica romanità è proprio la sublime ignoranza. Conosco bene il fenomeno. In virtù del semplice fatto di essere nato a Roma, il romano è convinto di sapere tutto quel che c'è da sapere, mentre invece non sa un fico secco. E semmai se ne rende conto, la sua reazione è di totale indifferenza, giacché il romano è refrattario al fuoco della conoscenza e agli slanci di ogni sorta come lo è il tufo alle fiamme. Niente lo commuove, niente lo smuove. E' una pietra in una città di pietre. Non potrebbe fregarmene di meno: così si esprime il vero romano. E nel dire ciò, dà di sé la definizione più calzante possibile.
Tommaso Pincio, Cinacittà, Einaudi, 2008

mercoledì 15 febbraio 2012

il mondo

Il mondo non soffre di smemoratezza, come viene detto e scritto di continuo, ma al contrario di un eccesso di memoria, e siccome questa cosiddetta memoria è ormai accessibile a tutti, chiunque può accedere a qualsiasi cosa, e così come un albero che cade in una foresta non è una notizia, a meno che nei dintorni non si aggiri un giornalista, così un albero caduto non è storia a meno che uno storico non vi inciampi, e mai come in questo periodo le foreste di tutto il mondo, e quelle italiane in particolare, sono così piene di storici improvvisati deambulanti alla ricerca di un albero caduto su cui inciampare.
Vitaliano Trevisan, Il ponte, Einaudi, 2007

domenica 12 febbraio 2012

nessuno

Nessuno parlava, neanche tu.
Non volevi più parlare, volevi solo ricordare qualche cosa, ma non sapevi cosa.
Non c'era niente da ricordare. 
I tuoi ricordi, la giovinezza, la forza, la vita se li era presi la fabbrica. Ti ha lasciato solo la stanchezza, la stanchezza mortale di quarant'anni di lavoro.
Agota Kristof, La vendetta, Einaudi, 2005

mercoledì 8 febbraio 2012

e oggi

E oggi uno alla radio, che non so chi fosse ma sembrava uno importante, ha detto che a Roma stava talmente bene che se ne è dovuto andare.

lunedì 6 febbraio 2012

mio nonno

Mio nonno aveva sempre detto la verità e aveva sempre sbagliato completamente, come me, come tutti. Siamo in errore quando crediamo di essere nel vero e viceversa. La via dell'assurdo è la sola praticabile.
Thomas Bernhard, Il freddo, Adelphi, 2002

mercoledì 1 febbraio 2012

a Firenze

A Firenze a volte mi sembra di essere a Roma. Ieri stava per piovere che poi non ha nemmno piovuto ma ha nevicato e proprio prima che iniziasse a nevicare c'erano moltissimi bengalese che vendevano ombrelle, anche a Firenze i bengalesi sanno quando sta per iniziare a piovere, e a Firenze come a Roma questi bengalesi sono proprio bravi nelle previsioni del tempo.