domenica 30 settembre 2012

contributo alla statistica

Su cento persone:
che ne sanno sempre più degli altri - cinquantadue;
insicuri a ogni passo - quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare, purché la cosa non duri molto - ben quarantanove;
buoni sempre, perché non sanno fare altrimenti - quantro, beh, forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia - diciotto;
viventi con la continua paura di qualcuno o qualcosa - settantasette;
dotati per la felicità - al massimo poco più di venti;
innocui singolarmente, che imbarbariscono nella folla - di sicuro più delle metà;
crudeli, se costretti dalle circostanze - è meglio non saperlo neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi - non molti di più di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose - quaranta, anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti e senza torcia nel buio - ottantatré prima o poi;
degni di compassione - novantanove;
mortali - cento su cento.
Numero al momento invariato.
Wislawa Szymorska, La gioia di scrivere, Adelphi, 2009

martedì 25 settembre 2012

in un ministero

In un ministero...ma è meglio non dire in quale. Non c'è nulla di più suscettibile dei ministeri, dei reggimenti, degli uffici e, insomma, d'ogni sorta di corpo burocratico. Al giorno d'oggi, ormai, ogni privato cittadino ritiene che in esso venga offesa tutta la società. Pare che molto recentemente un capitano di polizia abbia presentato un esposto in cui dice a chiare note che le istituzioni statali vanno in rovina e che il loro sacro nome viene pronunciato invano. E, come prova delle sue affermazioni, costui ha allegato all'esposto il grosso volume di un'opera letteraria dove, ogni dieci pagine, appare un capitano di polizia, in certi punti persino in stato d'ubriachezza. Perciò, a evitare ogni seccatura, sarà meglio chiamare un ministero il ministero di cui si tratta.
Gogol, I racconti di Pietroburgo, Garzanti, 1999

venerdì 21 settembre 2012

raccomando

Raccomando di non prestare questo libro a nessuno, salvo che non sia povero come l'autore, il quale ha bisogno di venderlo e di non farlo leggere gratis. Chi lo trova utile e piacevole non si dimentichi di raccomandarlo ad amici e compagni affinché lo comperino.
Arturo Frizzi, Vita e opere di un ciarlatano, Silvana Editoriale, 1979

martedì 18 settembre 2012

verità

Ieri pensavo che tutti hanno sempre un sacco di verità da raccontare e tutti raccontano queste verità che sono in contraddizione con le verità degli altri. A me piace raccontare un sacco di balle ma spesso vengono confuse con delle verità, le mie. No cari signori, non voglio raccontare verità ma solo balle. Ecco.

venerdì 14 settembre 2012

una storia

Una storia accade e scompare e nessuna la racconta. Poi da qualche parte vive una persona, i pomeriggi sono caldi e inutili, e arriva Natale e quella persona muore, e al cimitero si aggiungerà una nuova lapide con un nome. Due o tre persone, un marito, un fratello, una madre, ancora per qualche anno portano nella testa quella luce, quella leggenda, e poi anche loro muoiono. Per i figli non è più che un vecchio film, l'alone sfocato di un viso dissolto. I nipoti non ne sanno nulla. E gli altri dimenticheranno. Di quella persona non resta più nè il nome, nè il ricordo, nè il vuoto. Nulla.
Josef Skvorecky, Il sax basso, Adelphi, 1993

lunedì 3 settembre 2012

ancora una volta

Ancora una volta, mi si invita a parlare di Roma. E' un argomento che mi fa del male. Roma è per me un pozzo senza fondo di ricordi. Ricordi anche belli, certo: bellissimi e dolcissimi. Ma non c'è dubbio che il senso, o piuttosto il gusto finale di tutti questi ricordi, belli, men belli e brutti, sia amaro, sia disperato. Vorrei trovare una parola che da sola significasse: umiliazione, frustrazione, rimorso, rimpianto, rancore...Chissà, la parola più vicina al complesso ancora ansioso e sempre doloroso di tutto quanto provo per Roma è forse questa: fallimento.
Mario Soldati, Contro Roma, Bompiani, 1975