giovedì 30 giugno 2011

figline valdarno

Una volta sono tornato da Roma e sono sceso a Figline Valdarno per poi prendere il treno per Pontassieve. Era una domenica e ci sono meno treni, poi il treno che dovevo prendere io era stato soppresso. Quello dopo sarebbe arrivato dopo un'ora, allora ho deciso di fare un giro per Figline Valdarno che non avevo mai visto anche se è a venti minuti da casa mia. Sembrava tutto chiuso, faceva un caldo da morire e in giro c'erano solo stranieri: due nigeriani, tre bengalesi, tre marocchini, tre albanesi, e tre badanti russe, due badanti rumene, una cameriera polacca e un'operaia ungherese. C'erano anche molti inglesi in giro e un solo bar aperto.

mercoledì 29 giugno 2011

e poi il viaggio

E poi, il viaggio per il viaggio, viaggio non in transatlantico, non in aereo, ma con la fiat panda rossa, rosso ferrari, che avevo a disposizione; viaggio alla continua ricerca di suggestioni. In viaggio perenne e senza sosta, viaggio perenne senza sosta e senza meta.
In viaggio c’è solo scoperta, fisica prima, intellettuale poi.
Viaggio per conoscere il resto, e perdercisi dentro: conoscere per compredere, lentamente, faticosamente.

martedì 28 giugno 2011

penso che sarebbe meglio

Penso che sarebbe meglio star da soli, dimenticare la mia ex fidanzata, dimenticare il cane, dimenticare la donna di cui sono l'amante e le gatte. Di certo non dovrei più occuparmi delle cagate di cane in giardino e delle pisciate delle gatte sul divano. Di certo potrei concentrarmi sulla ricerca del lavoro e ho pensato che il lavoro che davvero vorrei fare è il postino.  Il lavoro di postino ha degli indubbi vantaggi, si lavora solo fino alle due del pomeriggio, si lavora all'aria aperta, le relazioni con i colleghi sono sporadiche, è difficile incontrare altri postini in giro, è un lavoro sicuro, è un lavoro pagato regolarmente, è un lavoro con il quale puoi campare dignitosamente. Domani vado in posta a fare domanda.

lunedì 27 giugno 2011

mauriel a claude

Io credo che per ogni donna sia stato creato un uomo che è il suo sposo. Sebbene possa esserci più di un uomo con cui lei potrebbe avere una vita tranquilla, utile e persino piacevole, uno solo è lo sposo perfetto. Lui può morire, può non incontrarla mai, può essere sposato con un'altra. Allora è meglio per questa donna non sposarsi mai. 
C'è per ogni uomo un'unica donna, creata per lui, che è sua moglie. Noi la pensiamo così, Anne ed io, fin dall'infanzia. Quanto a me probabilmente non mi sposerò, perché ho davanti a me un compito che eseguirò meglio da sola, ma se Dio mi facesse incontrare il mio uomo, lo sposerei.
Henri Pierre Rochè, Le due inglesi e il continente, Adelphi, 1988

domenica 26 giugno 2011

io mi ricordo

Io mi ricordo, mi ricordo tutto. Mi ricordo quando mi leggevi il Woyzeck, in piedi al centro della stanza. Un povero diavolo del sottoproletariato tedesco, come ce ne sono tanti oggi, nelle periferie delle nostre città, sulle impalcature traballanti delle nostre case, nei campi colpevoli delle nostre campagne.
Rossella Poli, Non tutto è perduto, Memoranda edizioni, 2010

sabato 25 giugno 2011

e intanto

E intanto scorrevano dalle parti paesaggi mai visti, città mai viste, insegne in caratteri cirillici e campanili dalle cuspidi tonde, dietro i finestrini della nostra grande macchina in corsa nella notte oppure dietro le vetrate di alberghi forzati che illuminavamo di colpo nella notte mentre proseguivamo il nostro viaggio, non so più attraverso quali paesi e verso dove, e poi di nuovo dietro i finestrini oscurati dell'auto, mentre cresceva sempre più la galassia delle luci che galleggiavano nella notte, di tutti quei morti che si rimettevano in viaggio alle nostre spalle.
Antonio Moresco, Gli incendiati, Mondadori, 2010

venerdì 24 giugno 2011

io non sono razzista

Io non sono razzista però tutti ’sti negri in giro mi fanno un certo effetto, ma non perchè io sono razzista ma perchè non sono abituato.
Io non sono razzista però non potrei farmi comandare dalle donne, sono io che porto i pantaloni in casa, le donne devono pensare ad altro, devono pensare alla cucina, ai figli, non sono inferiori, sono semplicemente diverse. Non sono razzista, vedo semplicemente le differenze, cioè questi negri per esempio, loro non possono capire la nostra mentalità, la nostra cultura, il nostro modo di comportarci. Però se vengono qui devono adattarsi, devono seguire le nostre le nostre regole. E le nostre regole sono regole buone, sono regole sane, noi veniamo da una grande civiltà, i nostri popoli si sono distinti nella storia. E ancora oggi, noi siamo all’avanguardia, noi siamo una potenza industriale, qui tutti hanno una possibilità, se rispetti le regole qui la gente ti rispetta e ti dà una mano.

Tratto da Clandestina, Effequ 2010

giovedì 23 giugno 2011

di nascita

Di nascita sono figlio della mia terra, di categoria sono povero, di condizione sono un essere umano, di carattere sono un giovane e di professione sono l'estensore del presente curriculum vitae.
Robert Walser, Storie che danno da pensare, Adelphi, 2007

mercoledì 22 giugno 2011

volevo raggiungere

Volevo raggiungere a piedi la dott.ssa D.D., non posso sopportare l’odore negli autobus e nella metro in estate, non posso sopportare il contatto con la pelle sudata a puzzolente degli altri passeggeri, non posso sopportare le gocce di sudore che solcano i visi stanchi e spesso incazzati dei passeggeri. Quasi tutti quelli che si incontrano d’estate dentro gli autobus sono puzzolenti, sudati e incazzati.

martedì 21 giugno 2011

così

Così, posso ammettere in via definitiva, grazie all'ultima e più eclatante (ma non necessaria) prova, che il mio immaginario erotico è elementare, di primo grado - una specie di modello base: l'immaginario erotico del maschio meridionale, il punto più basso della scala evolutiva della contemporaneità, probabilmente.
Franscesco Piccolo, La separazione del maschio, Einaudi, 2010

lunedì 20 giugno 2011

i romani

I romani camminano lenti e anche i turisti camminano lenti, io mi adeguo, mi guardo un po’ in giro, sembro un turista, forse lo sono, in fondo mi sento di passaggio in questa città. I romani amano fare le passeggiate mentre io amo camminare, i romani non hanno chiara la differenza tra camminare e passeggiare, i romani portano fuori il cane a fare la cacca e spesso questa è la loro idea di passeggiata che evidentemente non ha nulla a che vedere con l’idea di camminare, soprattutto perché non si può camminare con un cane al guinzaglio.

domenica 19 giugno 2011

scendo le scale

Scendo le scale senza fretta, non incontro mai nessuno in questo palazzo, a parte la vecchia di sotto. Pare che in questo palazzo ci siamo solo io e la vecchia di sotto ma ci sono di certo anche altre persone visto e considerato che la vecchia del piano di sotto sa tutto di tutti. Questa volta non incontro nessuno, passo di fronte al portiere, lo saluto, mi saluta senza staccare gli occhi dalla sua rivista di moda femminile, non ho mai osato chiedere al portiere perché legga una rivista di moda femminile e forse nemmeno mi interessa molto, forse tutti i portieri di Roma leggono riviste di moda femminile, penso.

sabato 18 giugno 2011

ecco una lezione

Ecco una lezione di scrittura creativa.
Regola numero uno: non usate il punto e virgola. E' un ermafrodito travestito che non rappresenta assolutamente nulla. Dimostra soltanto che avete fatto l'università.
Kurt Vonnegut, Un uomo senza patria, Minimum Fax, 2006

venerdì 17 giugno 2011

quando giro in bici

Quando giro in bici i turisti mi chiedono informazioni turistiche oppure informazioni in generale perché pensano che visto che uso la bici conosco la città e tutto quello che c’è in questa città. Quasi sempre fingo di sapere ciò di cui parla altre volte dico che proprio non lo so che mi dispiace ma che non conosco molto la città che sono un emigrato anche io e che mi faccio decine di chilometri in bici solo perché non ho il motorino e che tutti a Roma hanno il motorino ma che alla fine anche con la bici si possono fare un sacco di cose in questa città terrorizzata dalle bici.

giovedì 16 giugno 2011

preti e bicicletta

Andando in bicicletta  noto un sacco di preti, non avevo mai pensato al fatto che Roma è una città piena di preti e quando vado in giro a piedi o con i mezzi pubblici non faccio caso al numero impressionante di preti che ci sono a Roma. Ieri, in bici, facendo un giro di circa un’ora ho notato almeno venticinque presti, un numero che considero spropositato mentre la scorsa settimana, girando a piedi per un paio d'ore ho contato solo dodici preti.

mercoledì 15 giugno 2011

lei non crede

Lei non crede assolutamente possibile che in una placida passeggiata del genere io m'imbatta in giganti, abbia l'onore d'incontrare professori, visiti di passata librai e funzionari di banca, discorra con cantanti e con attrici, pranzi con intellettuali, vada per boschi, imposti lettere pericolose e mi azzuffi fieramente con sarti perfidi e ironici. Eppure ciò può avvenire, e io credo che in realtà sia avvenuto.
Robert Walser, La passeggiata, Adelphi, 2010

martedì 14 giugno 2011

felicità

A volte si è così contenti che ci si dimentica perché si è contenti. Ieri ero molto contento e conoscevo benissimo le ragioni, ero così contento che mi è venuta voglia di uscire a dire a tutti che ero contento e in giro c’erano un sacco persone contente almeno quanto me.

lunedì 13 giugno 2011

è una città

E’ una città di destra, mi raccontava Francesco, il sindaco è un ex picchiatore di forza nuova. È una città ricca, mi diceva, qui tutti hanno i soldi in testa e nelle tasche. E’ una cittadella del consumo acritico, si aspetta che esca la tendenza e poi si può comprarla a Chiari. Qui puoi comprare tutto, continuava Francesco, e tutto si compra. È una città dove difendere la proprietà è un dovere, anche con le armi prodotte poco lontano da qui, dove il lavoro è forse il primo dei valori, oltre ai soldi che sono, e danno il valore.

domenica 12 giugno 2011

suicidi lavorativi

Un poeta che faceva poesie senza senso col calcolatore elettronico, si è suicidato col gas per dare alle sue poesie un globale senso drammatico. Ma il verbale della questura constata solo che aveva lasciato il gas aperto forse per inavvertenza.
Ermanno Cavazzoni, Vite brevi di idioti, Feltrinelli, 2009

sabato 11 giugno 2011

è un po'


E' un po' che non ci si vede, mi dice il barista.
Hai ragione, rispondo, è da un po' che mi perdo a osservare quello che guardano le mie gatte, ma non riesco a vedere nulla. Loro non sopportano questa mia esigenza e si infastidiscono. Mi sconvolge questa faccenda. Non la trovi strana questa storia?, chiedo.
Per nulla, anch'io sto sempre con il mio cane, risponde, anche se lui per la verità non mi dice mai nulla, mi lascia fare.

venerdì 10 giugno 2011

direzioni diverse

Dovevamo prendere direzioni diverse ma non so perché continuavamo a camminare insieme nella notte, senza dire nulla, un passo dopo l’altro, abbastanza vicini e abbastanza lontani, e pensavo che in questa città, come in tutte le città del resto, si potrebbe camminare un’intesa notte senza meta, senza dire nulla, un passo dopo l’altro, abbastanza vicini e abbastanza lontani.

giovedì 9 giugno 2011

ho visto

Ho visto che al teatro Argentina, in largo di Torre Argentina c’è uno spettacolo di Beckett. Ho visto che al teatro Argentina danno Aspettando Godot, allora chiamo il teatro e mi dicono che ci sono ancora pochi biglietti e ci sono disponibili solo due giorni perché per gli altri dieci giorni di spettacolo c’è il tutto esaurito. Mi dicono che il biglietto costa tanto ma è una compagnia importante che mette in scena un testo importante in un importante teatro romano. Mi convincono e decido di comprare il biglietto. In fondo ho sempre letto e amato Beckett quindi non posso perdermi una compagnia importante che mette in scena un testo importante in un importante teatro romano.

mercoledì 8 giugno 2011

non avevo considerato

Non avevo considerato che il concetto di ‘autobus dopo’ a Roma è qualcosa di imprevedibile e non calcolabile. A Roma non si può e non si deve sapere quando arriverà l’autobus dopo. Non ho mai sentito un romano lamentarsi del fatto che l’autobus dopo non arrivava, i romani aspettano con invidiabile pazienza l’autobus dopo, i romani mentre aspettano l’autobus parlano del più e del meno, i romani fanno supposizioni sul traffico e conoscono a memoria le linee degli autobus, i romani potrebbero passare ore e ore a chiacchierare mentre aspettano l’autobus, soprattutto l’autobus dopo.

martedì 7 giugno 2011

non era letteratura

Non era letteratura perché oggidì letteratura vuol dire romanzi, e ogni romanzo è oberato da una penosa storia. Da me, niente storie, niente trame, niente brame, basta! La gente vuol romanzi e brame, e il mio era una reazione all'oscurantismo dei fottuti romanzi industriali, che hanno gli stessi caratteri cangerogeni dei prodotti chimici con assuefazione istantanea.
Gianni Celati, Conversazioni del vento volatore, Quodlibet, 2011

lunedì 6 giugno 2011

inoltre

Inoltre per me l'idea del viaggiare implica l'idea della vita inutile, perchè ammettiamo che uno un bel momento vada a Parigi e lì, per fare un esempio semplice, uno incontri una ragazza autriaca, molto carina e anche simpatica, ci facciamo tre giorni di passeggiate e finiamo anche a letto, ed è una cosa bellissima; ma per il mio modo di vivere è anche una cosa assolutamente inutile, e anche tutto il sesso diventa bellissimo ma inutile, senza vere ricadute su niente, perchè dopo tre giorni uno va di qua e l'altro va di là. E io ho sempre cercato di evitarle queste cose, soprattutto quando avevo vent'anni, perché mi facevano venire sempre una malinconia bestiale quando la vedevi, l'altra persona, prendere il suo treno, e tutto così mi sembrava di una piena inutilità, se non per fabbricarsi un bel ricordo che non è una gran cosa.
Ugo Cornia, Roma, Sellerio, 2004

domenica 5 giugno 2011

non ne posso più

Non ne posso più, mi ha detto la signora del negozio di frutta, negozio che per la verità vende di tutto ma si chiama negozio di frutta e verdura. Nemmeno io ne posso più, ho pensato guardando i succhi di frutta sullo scaffale. Non ne posso più ha ripetuto al cliente entrato dopo di me. Lui le ha detto, C’è del cocco? Sì, ha risposto la signora. Il cliente entrato dopo di me ha preso il cocco, ha pagato ed è uscito. Io continuavo a guardare i succhi di frutta, non è mai semplice decidere quale succo di frutta comprare in un negozio che vende di tutto.
Ho comprato una bottiglia di rum, ho pagato e sono uscito.

sabato 4 giugno 2011

tutto è sospeso

Tutto è sospeso. Noi cadiamo, proprio oggi, proprio adesso, di sorpresa. E infatti non abbiamo paura: siamo sorpresi. Pensavamo di essere pronti, e siamo stati colti alla sprovvista. Eravamo distratti, dovevamo vivere. Mai stati pronti, pensiamo cadendo, mai avuto soldi nè paura. E mentre la semplicità della nostra vita, che credevamo così complicata, non ha ancora finito di sorprenderci, ecco che tutto il peso ci viene restituito.
Vitaliano Trevisan, Standars vol I, Sironi, 2002

venerdì 3 giugno 2011

è un altro mondo

E' un altro mondo mi avevano detto prima di partire. Penso e ho sempre pensato che non ci sia un altro mondo, che il mondo è uno e finito e che all'interno del mondo ci siano molte differenze e che le differenze le fanno gli uomini che abitano il nostro mondo e che le differenze sono spesso una questione di potere e di dominio. Questo penso e ho sempre pensato sui mondi altri.

giovedì 2 giugno 2011

parlava

L'architetto parlava di donne e delle sue avventure, è un avventuriero ho subito pensato che fa l'architetto e viene in Africa a fare l'architetto, come se in Africa non ci fossero gli architetti, come se in Africa stessero tutti ad aspettare lui, il milanese che viene qui a costruire case e palazzi, scuole e ospedali. Che poi, mi diceva l'architetto, gli africani non capiscono un cazzo e quindi c'è bisogno di quelli come lui che vengono qui a lavorare e magari 'sti africani imparano pure qualcosa. Che poi l'architetto parlava solo dei posti in cui era stato, dei posti in cui aveva vissuto in quanto architetto per la cooperazione italiana. Un sacco di posti. L'architetto italiano ha vissuto in un sacco di posti, pensavo mentre mi parlava delle sue avventure e della sua visione del mondo che non gli avevo chiesto. Io non gli avevo chiesto nulla, non avevo nessuna voglia di parlare e non c'era bisogno che mi descrivesse tutti i posti in cui era stato e invece l'architetto milanese commentava tutti i luoghi che aveva visto dicendo delle cose che non trovavo interessanti, che mi annoiavano a tal punto che a un certo punto ho detto all'architetto milanese che ero stanco e che volevo andare a dormire solo per evitare di sentire i suoi racconti.

mercoledì 1 giugno 2011

cimitero

Qui c'è un silenzio quasi assoluto e abbiamo un gran bisogno di silenzio, nemmeno nelle chiese non c'è più il silenzio che c'era un tempo, da nessuna parte si riesce a trovare una pace vera, solo qui posso stare così tante ore al giorno in silenzio e le gente che viene qui rispetta la quiete, qui nessuno urla, nessuno fa scene isteriche, le auto non ci sono, i motorini non ci sono, solo i gatti vengono a trovarmi, ma i gatti sono rispettosi, vengono, fanno un giro, magari mangiano qualcosa e poi se ne vanno, non sporcano e non fanno casino.